05 agosto 2015

Un libro attuale..."Ripartiamo dal lavoro".

La crisi e la cultura neoliberista pongono il lavoro, e la sua qualità, sotto una
pressione formidabile, alla quale le diverse forze sociali e politiche non sembrano riuscire a contrapporre misure di governo adeguate. In un periodo ad alta e crescente disoccupazione, la qualità del lavoro sembra coincidere con la sola possibilità di essere occupato, mettendo in secondo piano tutte le dimensioni materiali ed immateriali che dal lavoro discendono, e rischiando di stralciare da qualsiasi agenda politica la centralità del lavoro come espressione valoriale del Sè. Qualsiasi gesto di riscatto politico e sociale deve necessariamente passare dal lavoro e dal rilancio della sua qualità, in quanto il lavoro non genera solo retribuzione, ma concorre anche allo sviluppo di una identità professionale, sociale e umana. Si può ancora “ripartire dal lavoro”? Esistono le condizioni perché il lavoro possa uscire da una funzione meramente strumentale e veda valorizzata la dimensione identitaria? È possibile ancora abbracciare un concetto di soddisfazione sul lavoro che sappia coniugare la sfera del lavoro e quella della cittadinanza? Tre sono le parole-chiave su cui i contributi di questo libro si sviluppano e da cui è possibile trarre delle risposte: autonomia, riconoscimento e partecipazione. Contrariamente agli schemi interpretativi tradizionali, è anche agendo sulle dimensioni immateriali della qualità di lavoro che si produce un diffuso miglioramento delle condizioni di lavoro. La soddisfazione sul lavoro è un concetto soggettivo e la sua misurazione può essere realizzata solo ponendo a confronto le condizioni reali con le aspettative individuali portando in primo piano la soggettività del lavoratore, ovvero dando voce ai lavoratori e lavoratrici. Da una indagine sulla percezione dei lavoratori/trici sulle condizioni di lavoro condotta nel corso del 2011 nasce l’idea di questo libro per contribuire a riportare la qualità del lavoro al centro del dibattito pubblico e per rilanciare la partecipazione come leva per la soddisfazione sul lavoro.
AUTORI
Davide Dazzi è ricercatore dell’Ires Emilia-Romagna dal 2008. Ha recentemente pubblicato, con Daniele Dieci, Le condizioni di lavoro dei giovani tra rilevazione oggettiva e percezione soggettiva, in "Sociologia del Lavoro", n. 130/2013, ed è autore degli articoli Il delegato sindacale come termometro sociale, in "Quaderni di Rassegna sindacale", n. 2/2013, e Gli effetti benefici della partecipazione, in "Prisma", n. 2/2012.
Cesare Minghini è presidente dell’Ires Emilia-Romagna dal 2002, dopo una lunga carriera come sindacalista in Cgil. Dal 2009 è direttore editoriale della rivista dell’istituto “ERE-Emilia-Romagna-Europa”. È autore, con Federico Chicchi, del volume Quali alleanze? Giovani e sindacato di fronte alla frantumazione del lavoro, Roma, Ediesse, 2011.
Angelo Gentilini