La linea del governo Renzi, per quanto riguarda la riforma delle pensioni 2015 e
salvo smentite ad opera dello stesso premier, dovrebbe essere quella di garantire un meccanismo di uscita anticipata dal mondo del lavoro attraverso strumenti di flessibilità comprendenti una certa percentuale di penalizzazioni. A ribadirlo è stato proprio ieri il Ministro Poletti il quale, nelle discussioni sulla materia previdenziale, rappresenta il 'poliziotto buono'. In realtà, non è ancora chiara quale sarà la strategia del governo Renzi e sembra che la spaccatura potrebbe esservi proprio intorno al cosiddetto Piano Boeri: si tratta della famosa proposta di ricalcolo mediante un sistema completamente contributivo degli assegni. Le riflessioni di Matteo Renzi sono complicate da una serie di elementi: in primo luogo, bisogna tenere conto dell'Europa e non bisogna fare passi falsi sui conti dello Stato - il mantra imposto resta quello della politica di tagli al welfare state e non sarebbe accettata una manovra che impone nuovi investimenti nella previdenza; in secondo luogo, il premier deve confrontarsi con il suo elettorato in calo: è sempre più chiaro che molti consensi che provenivano da 'sinistra' stanno abbandonando il Partito Democratico, portatore di un'idea di politica economica giudicata sempre più di 'destra' e contraria agli interessi dei lavoratori; infine, tenere insieme la maggioranza di governo, all'interno della quale c'è anche Scelta Civica, il partito di Monti e molto ferma nel suo giudizio positivo nei confronti della riforma delle pensioni Fornero. Insomma, la materia di una riforma della previdenza per il 2015 continua a dare grattacapi al premier Renzi, il quale sembra optare per un meccanismo che preveda un'uscita anticipata (per accontentare la minoranza DEM), ma con un sistema molto alto di penalizzazioni in maniera tale da non gravare sulle casse dello Stato............
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Angelo Gentilini, da "BLASTING NEWS"