25 marzo 2013

Stiamo cadendo in basso

Si iniziano a vedere gli effetti dell’ultimo accordo separato sul rinnovo del Contratto Nazionale di Federmeccanica, in particolare nel non riconoscimento dei primi tre giorni di malattia e la messa in discussione della relativa retribuzione. In questo ultimo periodo si sono scaldati gli animi dei lavoratori e lavoratrici della Magneti Marelli di Crevalcore, azienda del Gruppo Fiat che da anni ha sponsorizzato la cultura separatista e sta condizionando tutto il settore metalmeccanico. Nell’azienda bolognese grazie al contratto aziendale separato del 2012 a 27 dipendenti verranno tolti da 130 a 180 euro dallo stipendio, colpevoli di essersi ammalati negli ultimi 12 mesi 3 volte e di aver attaccato le malattie brevi ad un giorno festivo. Addirittura si sono costituite le “Commissioni assenteismo” con i rappresentanti sindacali della Fim-Cisl e Uilm-Uil, firmatari di questi discutibili accordi.
E’ chiaro che anche i sindacati si debbono porre il  problema della produttività e della competitività delle aziende e più in generale dei vari comparti, ma mi sembra che si stia cadendo molto in basso perché è noto che sono innumerevoli i fattori che concorrono alla bontà del risultato finale. Io non credo che la riduzione delle tutele e del salario,oltre alla cancellazione della reale democrazia nelle fabbriche, che porta all’azzerramento delle sudate conquiste, sia la strada maestra da percorrere. Ritornando al problema malattia, ultimamente mi sono ammalato 2 volte e non ci ho marciato su, vado bene perché sono in pensione, ma se lavorassi in una azienda che applica queste logiche ammalandomi un’altra volta rischierei il linciaggio morale e la decurtazione salariale. Pensando a tutto il tempo che volontariamente ho dedicato alla gestione di un Fondo Aziendale Solidale sull’assistenza sanitaria tra colleghi e compagni/e di lavoro, tempo che, a mio avviso, è stato speso bene, perché la solidarietà è un valore ed è un valore aggiunto quando è a favore dei più deboli o sfortunati. Bene pensando e ripensando, capisco che in circolazione c’è troppa gente che forse ha perso la bussola, che non ricorda da dove siamo venuti o non è ben informata sulle condizioni di lavoro dei lavoratori/trici  tedeschi o francesi e permette che si continui a calpestare i “soliti noti”.
Angelo Gentilini