01 ottobre 2012
Terremoto e Ricostruzione
La Cgil Emilia Romagna apprezza l’ordinanza del Commissario Errani sulle norme per le imprese edili. Il 25 Settembre il Commissario Errani ha emanato l’ordinanza 46 che contiene importanti norme per le imprese che opereranno nella fase di ricostruzione, sia nei lavori pubblici quanto in quelli privati.
L’ordinanza impone, per tutte le imprese edili che opereranno nella zona del sisma, l’obbligo di iscrizione alle Casse Edili delle province nelle quali saranno effettuati i lavori e, di conseguenza, l’obbligo a rispettare integralmente e inderogabilmente la contrattazione collettiva nazionale e provinciale dei lavoratori edili. Si tratta di un importante tassello nella costruzione di un modello economico e produttivo fondato sulla legalità e sul “lavoro buono” nel quale opereranno solo imprese esecutrici e committenti (pubblici e privati) conformi alla regolarità contributiva e fiscale, alla legalità, alla sicurezza sul lavoro, alla qualità nel processo di ricostruzione. Questo intervento deciso dal Commissario, da noi della Cgil fortemente voluto, si inserisce a pieno titolo nell’ambito degli impegni assunti nel Protocollo d’intesa sulla legalità sottoscritto da tutte le parti sociali il 27 giugno 2012. Da oggi quindi non sarà più tollerata in questa regione una logica “mordi e fuggi” per cui diverse imprese potevano sfuggire a qualunque controllo, rendendo di fatto possibile i fenomeni che purtroppo permeano in particolare il settore dell’edilizia: penetrazione della criminalità organizzata, caporalato, lavoro nero, import/export di manodopera, sottosalario. L’obiettivo raggiunto rappresenta quindi un importante passo in avanti, che va completato con quanto già concordato nel Protocollo d’intesa, a partire dalla verifica della congruità della manodopera impiegata nei cantieri, nonché dai processi di selezione e qualificazione delle imprese sulla base delle competenze tecniche e professionali e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Per quanto ci riguarda la soddisfazione di quanto si sta realizzando nella definizione degli strumenti utili alla ricostruzione è attenuata dalle difficoltà che le popolazioni colpite dal sisma stanno ancora vivendo ed alle quali bisogna rispondere al più presto in modo esaustivo.
Il lavoro da fare resta ancora tanto, ma se si continuerà a perseguire la logica che sta alla base del Protocollo del 27 Giugno sarà possibile realizzare un nuovo modello di sviluppo.Antonio Mattioli Cgil E.R.,Luigi Giove Fillea-Cgil E.R.