12 ottobre 2012
Piedi, scarpe, bagagli
«Piedi, scarpe, bagagli» è il titolo della mostra fotografica allestita alla Cgil di Imola dal 12 al 29 ottobre con gli scatti di Mohammed Keita, un giovane ivoriano, arrivato a Roma nel 2010 dopo una traversata lunga 3 anni, iniziata quando aveva solo 14 anni. Un viaggio che lo ha portato in Mali, Algeria, Libia (dove trascorre cinque mesi in carcere), poi Malta, Sicilia e finalmente Roma. Per tre mesi il marciapiede di via Marsala che costeggia la stazione Termini è stato la sua dimora. Ed è qui che, con una macchinetta usa e getta, inizia a fotografare quello che lo circonda: cartoni, coperte, sacchi di plastica, la fame, il freddo, gli altri che vivono la sua stessa condizione.Identificato erroneamente come maggiorenne, gli viene notificato un decreto di espulsione, ma per fortuna i consulenti legali del centro diurno del “Civico Zero” di Save the Children, dopo aver conquistato la sua fiducia, vincono il ricorso e il caso viene archiviato.Mohammed approda dunque al centro di Save the Children dove ha modo di sperimentare la sua naturale inclinazione per la fotografia. Uno dei suoi scatti più significativi “J'habite à Termini” arriva a New York grazie a Diana Balmori, una delle più influenti urban designer a livello mondiale. E' con questa foto che testimonia la solitudine e la sua casa (un sacco di plastica e uno zaino) durante le prime settimane di permanenza in Italia.
«Le foto e i racconti di Mohamed Keita – afferma Elisabetta Marchetti, segretaria generale Cgil Imola – ci richiamano ad una responsabilità comune nei confronti di tante persone invisibili: capire, conoscere, fare la nostra parte per costruire una società più solidale e umana. Ed è per questo che riteniamo importante far conoscere la storia di questo ragazzo attraverso le sue fotografie».
«Il titolo della mostra ci ha molto colpito – aggiunge Nicola Ballarano dell'ufficio stranieri della Cgil imolese – perché rispecchia la realtà. Piedi, scarpe e bagagli sono in molti casi le uniche risorse che hanno gli immigrati che arrivano in Italia, dopo tragitti estenuanti, migliaia di chilometri percorsi, la paura della morte, la speranza di farcela, come Mohamed Keita»
La mostra fotografica allestita nella sede della Camera del lavoro di Imola, in via Emilia 44, fino al 29 ottobre, è visitabile dei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.30; il sabato dalle 9 alle 12.
Cgil Imola