La storia più nota è però quella di Walter Tampieri, alla cui memoria è stata dedicata la pietra d’inciampo in via Cavour 92.
Risulta deceduto il 24 marzo 1945 a Mauthausem. Aveva 24 anni.
Walter Tampieri, da Guido e Amedea Menichetti; nato il 20 aprile 1920 a Imola; ivi residente nel 1943. Impiegato alla Cogne.
Militò nella brigata SAP Imola e
operò a Imola.
Fece parte della redazione de "La Comune"
il quindicinale del PCI imolese e di "Vent'anni" il
periodico del FdG di Imola. Dei due giornali clandestini curava la
battitura a macchina degli articoli su matrici di carta cerata, che
venivano poi applicate al ciclostile per la stampa.
A seguito di
una delazione, fu arrestato il 29 novembre 1944 dai fascisti. Nella
sua abitazione furono trovate le matrici già preparate e pronte per
la stampa del nato 25 de "La Comune" e del nato 4 di
"Vent'anni". Furono pure trovati gli elenchi dei macchinari
che i tedeschi avevano asportato dalla Cogne e trasportato in
Germania. Li aveva compilati per poterne effettuare il recupero alla
fine della guerra.
Dopo essere stato a lungo torturato nelle
carceri della Rocca di Imola, perché rivelasse i nomi dei compagni
di lotta, fu trasportato prima a Bologna, poi nel campo di
concentramento di Bolzano e infine in quello di Mauthausen (Austria)
dove morì il 24 marzo 1945.
Gli è stata conferita la medaglia
d'argento alla memoria.
Riconosciuto partigiano dall'1 aprile
1944 al 24 marzo 1945.
E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Nonostante la salute
cagionevole, aderì, subito dopo l'armistizio, al movimento della
Resistenza, reclutando gruppi di giovani, diffondendo manifestini di
incitamento alla lotta, fornendo tempestive preziose informazioni che
valsero ad evitare arresti di persone ed asportazione di materiali
dai locali stabilimenti. Nel corso di una perquisizione operata nella
sua abitazione, oltre a materiale di propaganda pronto per la
diffusione, furono trovate le macchine per riproduzione e stampa.
Arrestato, sottoposto alle più atroci torture nulla rivelò che
potesse nuocere alla causa partigiana. Dalle carceri di Imola,
Bologna, Bolzano il suo tremendo supplizio si concluse con la morte
nel "Campo dello sterminio" di Mauthausen.
Imola,
31 maggio 1944; Mauthausen (Austria), 24 marzo 1945
Angelo Gentilini