06 ottobre 2014

I pensionati italiani sono i più tassati d'Europa.

I pensionati italiani, a giusta ragione, continuano a sostenere le proprie rivendicazioni su fisco, pensioni, lavoro, equità e giustizia sociale. La richiesta dell’estensione del bonus di 80 euro per i pensionati e per i cittadini incapienti è strettamente legata al fatto che i pensionati italiani sono i più tartassati e tassati d’Europa.  Dai calcoli fatti dallo Spi-Cgil nazionale su un reddito di 13.000 euro, risulta che un pensionato nel 2014 pagherà quasi 1.000 euro in più di tasse nei confronti di un lavoratore attivo. Inoltre è da rivedere il sistema di rivalutazione del potere d’acquisto delle pensioni, ripristinando  il modello  applicato dal governo Prodi, frutto dell’accordo del 2007 con i sindacati, che prevedeva la piena rivalutazione al 100% fino a cinque volte il minimo di pensione Inps, mentre ora è fermo a tre. Se non si proteggono i pensionati dall’aumento dei prezzi, dalla elevata tassazione e dal costo della vita in generale, da qui a breve,  assisteremo all’avanzare di nuove povertà e difficoltà, che coinvolgeranno  anche i redditi da pensione medio-bassi. Personalmente posso confermare che nel 2014, in base allo sblocco della rivalutazione, il mio assegno mensile doveva aumentare  di 18 euro, invece a causa dell’aumento delle addizionali Irpef regionali e comunali, ho subito un calo di 10 euro, che alla fine mi ha portato nel 2014 ad un differenziale negativo di 28 euro al mese.  Restano ferme tutte le criticità sulla riforma delle pensioni Fornero che, da subito, va cambiata per favorire l’acceso dei  giovani  nel mondo del lavoro, prevedendo  la flessibilità in uscita dal lavoro senza penalizzazioni quando si hanno in dote, per esempio, 42 anni e oltre di contribuzione e si caldeggia anche una risoluzione definitiva del problema “esodati”.  Si chiede che non ci sia l’elevazione anagrafica per il diritto all’assegno sociale, che entro il 2021 salirà dagli attuali 65 a 67 anni. Si rimarca che il sistema previdenziale deve restare pubblico e  integrato con la previdenza complementare, per arrivare alla definitiva separazione della previdenza dall’assistenza, che deve andare a carico della fiscalità generale perché spetta a tutti i cittadini. Sul reperimento delle risorse, invece di continuare ad infilare le mani nelle tasche dei soliti noti pensionati e lavoratori dipendenti, si consiglia una lotta dura e tolleranza zero contro l’evasione fiscale, l’elusione, la corruzione, il riciclaggio, l’esportazione illegale di capitali all’estero, il lavoro nero,  una legge sul falso in bilancio e sul conflitto di interesse.  A chi dice di voler  cambiare in meglio questo Paese, ricordo che la Cgil è in campo da oltre 114 anni e siamo disponibili al confronto democratico, territorio su territorio , fino ai vertici governativi, mettendo sui  tavoli  i nostri progetti,  le nostre idee e i nostri valori. Nel contempo deve essere chiaro che  contrasteremo con forza, chi e quanti, perseguono la continua riduzione dei diritti, dei pensionati, dei lavoratori e lavoratrici, giovani e meno giovani, nel rispetto dell’immenso valore  che si rispecchia nella solidarietà tra le generazioni.

Angelo Gentilini