Il motivo principale che ha causato le difficoltà alle casse
dell’Inps è la recente fusione tra Inpdap, Enpals e Inps. La scelta, di far
confluire il sistema pensionistico pubblico in quello privato, è stata voluta a gran forza dal recente governo Monti
e veniva annunciata come portatrice di forti risparmi per le casse collettive. Invece solo tre anni fa,
nonostante che nell’Inps ci fossero anche dei fondi pensione in passivo, come
quello dei dirigenti d’impresa, dei commercianti, dei coltivatori, del clero,
si registrava un patrimonio in attivo di ben 41 miliardi di euro. Ora, secondo quanto è stato recentemente
annunciato, il 2014 rischia di chiudersi con un buco di oltre 8 miliardi di
euro. Tale dissesto è dovuto a vari fattori, oltre alle sopracitate
fusioni (nello specifico l’Enpals, ex ente dei lavoratori dello spettacolo, ha
contribuito in negativo per 4,8 miliardi), ci sono anche i contributi
previdenziali non versati in questi ultimi anni dalle aziende in crisi e in
questo contesto e direzione primeggiano le pubbliche amministrazioni dello Stato con ben 30 miliardi di
euro non versati. Alla luce di queste pubbliche informazioni credo che non sia corretto tagliare in modo lineare, ma sia molto più ragionevole inquadrare bene il come e il dove siano presenti le maggior difficoltà. Pur salvaguardando lo spirito solidale tra le varie categorie di lavoratori/ci è anche bene evitare che a pagare il prezzo più salato siano quelle categorie che da sempre sostengono, con i loro conti economici in positivo, il tutto. Sulle varie questioni legate ai conti dell’Inps e alle
pensioni, da anni, ho scritto molto e incollo sotto la parte iniziale di un
pezzo del 2010.
(11 gennaio 2010) “I PRECARI PAGANO LE PENSIONI AI DIRIGENTI
E ALTRO…” Analizzando quanto accade in Italia, si consolida il crescente
distacco della politica dalle persone che fisicamente, moralmente, eticamente e
finanziariamente “tirano la carretta”. Detto questo, e si dice da tempo,
vediamo i dati INPS e quanto non sa il cittadino che non si documenta. Tre
fondi INPS messi insieme danno un attivo di + 19,4 miliardi di euro, ma
l’attivo non è prodotto da tutte le categorie di lavoratori. Sono in attivo
varie categorie di lavoratori dipendenti con + 6,8 ml/euro, sono in attivo i
parasubordinati e precari vari con + 8 ml/euro, è in attivo il fondo cassa
integrazione, disoccupazione, malattia con + 4,6 ml/euro. Sono in passivo,
udite! udite!, il fondo dirigenti d’impresa con – 3,2 ml/euro, a seguire le
categorie dei coltivatori con – 5 ml/euro, commercianti e clero. Giustamente
l’INPS è tenuto a salvaguardare lo spirito solidale tra le categorie più forti
con le più deboli............
Angelo Gentilini