31 dicembre 2024
28 dicembre 2024
"Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme." (Alcide Cervi, padre dei 7 fratelli)
I sette fratelli Cervi erano contadini e antifascisti, fucilati dai repubblichini a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943 per la loro attività partigiana e perciò decorati di Medaglia d'argento al Valor Militare “alla memoria”: originari di Campegine, si chiamavano Gelindo (nato il 7 agosto 1901), Antenore (30 marzo 1904), Aldo (9 febbraio 1909), Ferdinando (19 aprile 1911), Agostino (11 gennaio 1916), Ovidio (13 marzo 1918) ed Ettore (2 giugno 1921).
Figli di Alcide (1875-1970) e di Genoeffa Cocconi (1876-1944), erano cresciuti in una famiglia cattolica (il padre fu iscritto ai giovani dell'ACI e al Partito Popolare), i cui valori democratici si tradussero in immediata opposizione al fascismo.
La loro vicenda è una delle più emblematiche della Resistenza ed è nota a livello internazionale grazie anche all’autobiografia paterna, tradotta in molte lingue.
Il 14 novembre 1944, la madre Genoeffa Cocconi muore per le conseguenze di un infarto avuto un mese prima, il 10 ottobre 1944, quando i fascisti tornarono nuovamente a dar fuoco alla casa dei Cervi, nella quale erano rimasti due vecchi, quattro donne e undici bambini. "Genoeffa quando vide le fiamme, risentì quella notte, quegli spari, quei figli con le mani alzate nel cortile, e gli addii, e il furgone che parte. Così cadde di colpo e il cuore non resse, le era venuto l'infarto. Rimase a letto un mese e morì il 14 novembre, senza avere conoscenza" (Alcide Cervi, i miei sette figli, pag. 88).
Solo nell'ottobre del 1945 Alcide Cervi potrà far sì che venga celebrato un funerale solenne per i suoi figli. Nel pomeriggio del 28 ottobre, dopo la manifestazione di affetto dei cittadini emiliani, i feretri dei fratelli sono portati al cimitero di Campegine. In questa occasione papà Cervi pronuncerà la celebre frase: "dopo un raccolto ne viene un altro".
Per il suo impegno partigiano e per quello dei suoi figli, gli fu consegnata una medaglia d'oro creata dallo scultore Marino Mazzacurati. La medaglia reca da un lato l'effigie di Alcide Cervi e dall'altro un tronco di quercia tra i cui rami spezzati compaiono le 7 stelle dell'orsa. Durante la consegna, Alcide pronunciò un discorso di cui sono ancora ricordate queste parole:
"Mi hanno sempre detto... tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami, e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta... la figura è bella e qualche volta piango... ma guardate il seme, perché la quercia morirà, e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l'ideale nella testa dell'uomo".
Il 27 marzo 1970, all'età di 95 anni, Alcide Cervi si spegne: oltre 200 000 persone si riuniranno a Reggio Emilia per salutarlo per l'ultima volta.
Angelo Gentilini
26 dicembre 2024
Il regalo di Natale... caregiver a tempo pieno.
Questo Natale mi ha regalato il passaggio socio familiare da caregiver ad ore, a ceregiver a tempo pieno di mia madre Pierina.
Un ruolo sostenuto nel nostro Paese Italia da tantissime persone, figlie, figli, e/o parenti di primo grado. Per i genitori si fa tutto e di più, come hanno fatto loro a suo tempo per te, anche se ci sono delle giornate lunghe, pesanti e a volte stressanti.
Ringrazio infinitamente per la sempre presente collaborazione mio figlio Gabriele, e alcune mie cugine, che mi permettono di continuare a sostenere il mio impegno socio sindacale rivolto a favore di tante altre persone fragili, giovani e anziani, e in generale a tutela delle pensionate e pensionati del territorio imolese. Sono sicuro che con impegno e volontà c'è la faremo.
Buona giornata a tutte e tutti.
Angelo Gentilini
24 dicembre 2024
Non può essere un Buon Natale...!!!
Quante sono le guerre in corso nel mondo adesso?
"Conflitto aperto e dichiarato fra due o più stati, o in genere fra gruppi organizzati, etnici, sociali, religiosi condotto con l’impiego di mezzi militari”, questa è la definizione della parola “guerra”. Per rispondere alla domanda iniziale: sono tra le 55/56, e forse anche più, le guerre in corso nel mondo in questo momento.
Perciò come può essere un Buon Natale???
Angelo Gentilini.
22 dicembre 2024
08 dicembre 2024
John Lennon, 8 dicembre 1980.
John Lennon, è stato un cantautore, polistrumentista, artista e attivista britannico e fu ucciso l'8 dicembre 1980 a New York, davanti al Dakota Building, dove viveva. Mark David Chapman gli sparò cinque colpi, quattro dei quali lo colpirono. Lo aveva atteso per ore, motivato da ossessione e rancore. Lennon morì poco dopo in ospedale, lasciando sconvolti e increduli i suoi cari, i colleghi musicisti e milioni di fan in tutto il mondo.
Dal 1960 al 1970 fu compositore e cantante del gruppo musicale dei Beatles, dei quali compose anche la maggior parte delle canzoni in coppia con Paul McCartney. Con quest'ultimo formò uno dei più rilevanti e acclamati sodalizi musicali della storia della musica del ventesimo secolo. È il cantautore di maggior successo nella storia delle classifiche inglesi, seguito da McCartney. Nel 2002, in un sondaggio della BBC sulle 100 personalità britanniche più importanti di tutti i tempi, si è classificato settimo.
Terminata l'esperienza con i Beatles, John Lennon fu anche musicista solista, autore di disegni e testi poetici, nonché attivista politico e paladino del pacifismo. Questo gli causò problemi con le autorità statunitensi che per lungo tempo spiarono tutte le sue attività e quelle della moglie Yōko Ono, considerandolo un sovversivo e rifiutandogli più volte la Green Card.
Lennon si sposò due volte: dal primo matrimonio con Cynthia Powell ebbe il figlio Julian, mentre dal secondo matrimonio con l'artista giapponese Yoko Ono nacque il figlio Sean. Entrambi i figli hanno seguito la carriera artistica del padre, che è ancora al 5º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, e si trova inoltre al 55º posto della lista dei 100 migliori chitarristi sempre secondo Rolling Stone.
Angelo Gentilini
Una lettera che spezza il cuore e riapre la ferita.
Il nuovo capitalismo finanziario e i suoi top manager che fanno profitti con quote economiche personali irricevibili, nonostante chiudano siti industriali, licenzino i lavoratori, tutto scollegato dal prodotto e dal suo sviluppo, è un danno per la collettività mondiale e l'equilibrio sostenibile dei popoli. La lotta di classe esiste ancora, ed è quella dei ricchi e super ricchi che ha annichilito, anche perché in tanti anche tra di noi ci son cascati, l'altra classe di contrappeso che è quella operaia, o dei lavoratori dipendenti in generale, che è la mia parte/classe. Si deve rifare formazione socio culturale sindacale politica e semmai rileggersi anche qualche pagina del CAPITALE non guasterebbe.
La lettera di Sofia, figlia di un operaio licenziato da Stellantis, spezza il cuore e riapre la ferita generata da questo mondo speculativo.
Serena domenica, Angelo Gentilini.