“Viviamo con angoscia queste ore nelle quali si sta minacciosamente aggravando la situazione al confine tra Turchia e Siria, una regione già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevoli vittime, soprattutto tra i civili”.
È quanto si legge in una lettera inviata da Arci, Anpi, Cgil e Legambiente al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, alla presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, all’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
“A seguito delle improvvide dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che annunciavano il ritiro delle truppe americane da quei territori, anche se oggi smentite, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha dato avvio ai bombardamenti e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, con le quali lo Stato Turco ha ormai da diversi decenni un rapporto più che conflittuale. L’esercito formato interamente da donne e uomini di etnia curda è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue. La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile e potrà esserlo ancora solo se lo Stato turco accetti di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori. La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno ancora fresco un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e la serenità dell’Europa e del nostro Paese, di noi tutti. Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica affinché: cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio siriano abitato storicamente dalla popolazione curda; si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale; si provveda all’invio di soccorsi per eventuali feriti; si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quello italiano; si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Angelo Gentilini, da info rassegna.it/siria-lappello // www.facebook.com/anpinaz
È quanto si legge in una lettera inviata da Arci, Anpi, Cgil e Legambiente al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, alla presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, all’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
“A seguito delle improvvide dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che annunciavano il ritiro delle truppe americane da quei territori, anche se oggi smentite, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha dato avvio ai bombardamenti e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, con le quali lo Stato Turco ha ormai da diversi decenni un rapporto più che conflittuale. L’esercito formato interamente da donne e uomini di etnia curda è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue. La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile e potrà esserlo ancora solo se lo Stato turco accetti di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori. La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno ancora fresco un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e la serenità dell’Europa e del nostro Paese, di noi tutti. Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica affinché: cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio siriano abitato storicamente dalla popolazione curda; si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale; si provveda all’invio di soccorsi per eventuali feriti; si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quello italiano; si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Angelo Gentilini, da info rassegna.it/siria-lappello // www.facebook.com/anpinaz