Un accordo che per me è un durissimo colpo al cuore e mi rinnova tutta una vita passata in questa storica, importante e gloriosa azienda imolese che un tempo vantava oltre 1.050 dipendenti diretti, oltre gli indiretti che lavoravano stabilmente dentro all' azienda e un indotto produttivo di notevoli dimensioni. Insomma eravamo leader nel mondo nella progettazione, produzione e commercializzazione delle macchine tessili per la lana, cotone e negli ultimi anni buoni anche fibre sintetiche. Un' azienda che è stata anche per diversi decenni il faro e il traino del Movimento Operaio Imolese e Regionale con tante lotte e conquiste sindacali che hanno poi portato diritti e benefici a tutti i lavoratori e lavoratrici.
Poi la privatizzazione inizi anni 90. La prima azienda pubblica/Eni in Italia privatizzata, anzi svenduta. Privatizzazione che ha reso sempre più difficile la continuità operativa, perché è quello che succede quando si pensa di più alla parte finanziaria e i lavoratori e lavoratrici sono solo merce di scambio. Noi dipendenti, tutti insieme, abbiamo sempre lottato per il nostro lavoro e sostenuto che la Cognetex - Cogne Macchine Tessili Imola era un patrimonio della nostra città e che doveva restare attiva nella nostra città, ma negli ultimi decenni, a parte alcuni Sindaci e varie personalità locali, non abbiamo mai trovato nel territorio imolese, al momento giusto, l'auspicabile sostegno e difatti la Cognetex era finita in mani novaresi e francesi che piano, piano, l'anno spolpata e fortemente impoverita. A seguito di un percorso fatto di durissime lotte, come riporta l' odierno comunicato sindacale di Fim, Fiom e Uilm, che condivido, 5 anni fa si arrivò a riportare l'azienda in mani locali, ma purtroppo per vari motivi, di cui non sono a diretta conoscenza, ora l'azienda ritorna nelle stesse e precedenti mani francesi. Difficile pensare che ora siano improvvisamente interessati al mantenimento del sito produttivo imolese, perché il recente e partecipato passato ci insegna il contrario. Io credo che ci sia un forte interesse per un importante marchio meccano-tessile mondiale, per tutta l'attività di ricambi data dal forte parco macchine Cognetex che tutt'ora in ogni parte del mondo sta ancora producendo filo di alta qualità, per l'ultimo filatoio sviluppato ad Imola che ha ottenuto un importante riconoscimento e premio europeo e per eliminare dal mercato un prestigioso marchio concorrente controllandolo direttamente.
Infine le altre nazioni europee da diversi anni vengono a fare la spesa in Italia portando a casa loro delle importanti aziende, perché nel mondo economico globalizzato c'è una grande lotta industriale sui brevetti, sui prodotti e sul lavoro manifatturiero metalmeccanico, che ancor oggi nella trasformazione e produzione dei prodotti è quello che crea il più alto "valore aggiunto economico". Bene... credo che il distretto industriale della Città di Imola non sapendo cogliere pienamente, dagli anni 90, il valore aggiunto di cui erano portatrici le macchine tessili Cognetex abbia perso un grande patrimonio, non solo storico culturale, ma anche tecnologico, produttivo, occupazionale. Oltre ad uno stabilimento industriale di vaste dimensioni e ben strutturato nei vari servizi, con allegato un contorno di terreni che erano e sono ancora molto appetibili essendo proprio vicino all' uscita del casello autostradale, vedasi gli ultimi insediamenti commerciali.
Angelo Gentilini (ex dipendente e Rsu Cognetex)