06 febbraio 2016

Ripasso e rilancio dello Statuto dei lavoratori.

Con la denominazione di “Statuto dei lavoratori” ci si riferisce alla legge n.300 del 20 maggio 1970 (già richiesto al Congresso Cgil del 1952 da Di Vittorio), recante “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”, che è una delle norme principali del diritto del lavoro italiano. La sua introduzione provocò importanti e notevoli modifiche sia sul piano delle condizioni di lavoro che su quello dei rapporti fra i datori di lavoro, i lavoratori e lavoratrici e la qualità della loro rappresentanza sindacale. In Italia la democrazia e i diritti costituzionali sono entrati nei luoghi di lavoro dopo anni di dure lotte, culminate con il cosiddetto “Autunno caldo” del 1969. Il maggior promotore dello Statuto fu Giacomo Brodolini, sindacalista socialista che fu Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Purtroppo non lo vide venire alla luce poiché morì poco dopo l'istituzione della Commissione nazionale per la redazione di una bozza di statuto, alla cui presidenza aveva chiamato il docente universitario, anche lui socialista, Gino Giugni, a cui va il merito di aver portato a compimento lo Statuto seguendo le indicazioni già segnate da Brodolini. Lo Statuto dei lavoratori del 1970 è formato da 6 Titoli per un totale di 41 articoli ed il più conosciuto e dibattuto è l'art.18 “Reintegrazione nel posto di lavoro”, che tutelava i lavoratori e lavoratrici dai licenziamenti ingiustificati. Puntualmente nel corso degli anni le forze imprenditoriali e le loro forze politiche di riferimento hanno messo in discussione lo Statuto dei lavoratori e negli ultimi anni con il sopraggiungere di questa crisi di sistema abbiamo assistito ad una accelerazione tendente ad imbarbarire le relazioni e la reale democrazia dentro e fuori i posti di lavoro. Come è noto, la norma ha subito una pesante rivisitazione per opera delle riforma del 2012 da parte del Governo Monti. Il progressivo depotenziamento delle tutele offerte ai lavoratori in caso di licenziamento ingiusto ha di recente raggiunto il suo culmine con il Governo Renzi, con l’approvazione del decreto legislativo n. 23/2015 (contenente la disciplina del c.d. “contratto di lavoro a tutele crescenti”), attuativo della legge delega 183/2014 (c.d. Jobs Act), che ha introdotto un nuovo regime sanzionatorio per le ipotesi di licenziamento illegittimo, che individua nel pagamento di un’indennità risarcitoria la sanzione principale applicabile in caso di licenziamento illegittimo e limita ulteriormente le ipotesi di reintegrazione nel posto di lavoro. Per espressa previsione del legislatore, la nuova disciplina è destinata a trovare applicazione nei confronti di tutti i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 23/2015 (7 marzo 2015). I lavoratori già in forza prima di questa data continueranno, invece, a beneficiare dei regimi di tutela previsti dall’art. 18. Tutto questo è assurdo perchè colpisce dalla parte sbagliata e dalla parte che ha già dato tanto per il nostro Paese e allontana la discussione dalle reali necessità e riforme strutturali.Tenere insieme i diritti del lavoro, quelli della cittadinanza, i beni comuni, la giustizia ambientale è l'unico modo per difendere la democrazia, ridisegnando anche una più equa redistribuzione della ricchezza prodotta e del carico fiscale. Io spero ad un risveglio dei lavoratori e lavoratrici che porti ad una più significativa partecipazione a difesa e a tutela di un futuro sostenibile. Ora più che mai serve un'azione sindacale forte e convinta perchè il lavoro è l'economia reale che deve garantire a tutti la dignità e il sostegno economico alle future generazioni in un contesto di welfare solidale tra le generazioni e che non lasci veramente indietro nessuno. Per questo ben sta facendo la Cgil a presentare la nuova "Carta dei diritti universali del lavoro", per una nuova vita dei diritti e principi di derivazione costituzionale, democrazia, rappresentanza, partecipazione e contrattazione con la proposta di riforma delle tipologie contrattuali. E' in via di sviluppo e pianificazione una consultazione straordinaria di tutti gli iscritti alla Cgil per sostenere fortemente anche la presentazione del progetto di legge di iniziativa popolare per un "Nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori"
Info storiche, https://it.wikipedia.org/wiki/Statuto_dei_lavoratori
Info su Carta Diritti: www.cgilimola.it/la-sfida-della-cgil-ricostruire-il-diritto-del-lavoro-per-tutti/2016/
Altro articolo: angelogentilini.blogspot.it/2015/05/nascita-storia-e-morte-dello-statuto.html
Angelo Gentilini