09 febbraio 2016

La morte di Giulio scopre cecità e troppi compromessi.

La nostra cecità e la nostra ipocrisia sono il frutto dei troppi compromessi che abbiamo accettato in nome del realismo e degli imperativi della geopolitica. 
(di Pierluigi Battista, da il Corriere della Sera.)
Che al Cairo spadroneggiassero gli squadroni della morte, gli egiziani non hanno purtroppo dovuto aspettare il martirio di Giulio Regeni per saperlo. I ciechi eravamo noi, con la nostra accondiscendenza per un regime oppressivo e dispotico, ma che tutti sentiamo come un argine al fanatismo jihadista dei Fratelli Musulmani. È la contraddizione dell’Occidente: non rompere i rapporti con le tirannie per scongiurare il pericolo maggiore incarnato dall’Isis. Perciò facciamo finta di non vedere le torture nelle segrete del Cairo. Ignoriamo gli impiccati che nelle grandi piazze di Teheran pendono dalle gru, solo perché erano dissidenti, o omosessuali. Non vogliamo capire che gli ultimi disperati in fuga da Aleppo in Siria scappano dagli orrori provocati da Assad, stavolta. Mettiamo il velo sulle nostre ipocrisie e sulle nostre convenienze. E ci risvegliamo solo quando a essere colpiti siamo direttamente noi. Questa cecità è il frutto dei troppi compromessi che, in nome del realismo e degli imperativi della geopolitica, sono stati in questo drammatico frangente storico, il terreno di cedimento sui valori della democrazia, della libertà, del rispetto dei diritti umani fondamentali. Abbiamo liquidato come fisime da «anime belle», debolezze idealistiche che non tengono minimamente conto delle rudi leggi dell’economia e della politica internazionale, le preoccupazioni sulla terrificante ferocia di chi è nostro «alleato» nella battaglia contro i decapitatori schiavisti del Califfato. Ogni tanto ci risvegliamo. Certo, quaranta esecuzioni esibite in Arabia Saudita sono veramente un orrore indigeribile, specialmente all’inizio dell’anno, ma per non più di 24 ore di indignazione. Certo, 17 miliardi sono una cifra sufficiente per occultare la repressione che regna in Iran, ma che vergogna, almeno per un giorno. Certo, fa impressione la spaventosa quantità di morti ammazzati, oltre 250 mila in pochi anni, da parte delle truppe di Assad, spalleggiato da un altro campione democratico come Putin. Ma vuoi mettere il realismo della necessità? Vuoi mettere quanto sia più importante della democrazia e dei diritti umani violati la guerra globale contro il Califfo? Vuoi mettere il «male principale» contri questi mali «secondari» di cui in fondo fanno le spese solo loro, non noi? Qualche volta, però, l’orrore arriva a colpire anche noi. Un nostro ragazzo, un ricercatore curioso e intelligente come Giulio Regeni viene trucidato in circostanze ancora non del tutto chiarite e siamo colpiti da uno choc, costretti a vedere ciò che volevamo nascondere..... 
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Angelo Gentilini, da micromega-online.