07 febbraio 2016

In Italia è vietato parlare di lotta di classe???

Venerdi 5 febbraio 2016, Massimo Gaggi, il corrispondente del Corriere della Sera dagli USA, in una sua nota scriveva:
“Possibile che la lotta di classe, espressione sparita dal lessico politico italiano, rispunti negli Stati Uniti, da sempre allergici a categorie politiche legate alla cultura marxista? A seguire i dibattiti elettorali che si svolgono sulle reti tv si ha la sensazione che l’incredibile stia avvenendo: tra i democratici Hillary Clinton è il peso massimo, ma i temi li impone Bernie Sanders. Il senatore socialdemocratico costringe gli americani a riflettere sugli enormi squilibri del capitalismo USA, evidenti agli occhi di un europeo; ma i cittadini degli States non erano abituati a vedere sezionati con tanta precisione e insistenza non solo le disparità estreme della distribuzione del reddito, ma anche i costi folli dell’istruzione universitaria, l’assenza di tutele assistenziali per l’infanzia, la sanità costosissima e lacunosa che lascia 20 milioni di americani senza copertura”. Gaggi dice che dal lessico politico italiano l’espressione lotta di classe è sparita. Ed è vero, anche perché è sparita la parola socialista. In USA il candidato Sanders non si vergogna di essere etichettato socialista, anzi lo rivendica; in Italia dopo la caduta del Muro di Berlino chi dirigeva il Pci e fece la svolta della Bolognina, certo necessaria, non archiviò solo la parola comunista ma anche socialista: nacque il Pds, poi i Ds e ora il Pd. Il PSI è sparito, c’è solo un piccolissimo gruppo che si richiama a quella storia e chi parla di lotta di classe è considerato un reduce del secolo scorso, un residuato del passato da rottamare. Tuttavia, le classi ci sono e inevitabilmente chi ha in mano i mezzi di produzione anche i più moderni, quelli digitali, e chi manovra la finanza, tende ad arricchirsi, mentre chi lavora o vuole lavorare deve o dovrebbe lottare per il salario, per le antiche conquiste sociali frutto della vecchia lotta di classe, per la sua dignità. Ma su questi temi in Italia è possibile aprire un dibattito, un confronto? Oppure a parlarne può esserne solo il Corriere della Sera in una nota di cronaca che informa su ciò che si verifica in USA? 
Angelo Gentilini, da EM.MA in corsivo .