20 settembre 2015

La realtà del Colosseo romano.

Prego gli amici di leggersi bene fino in fondo questo esplicito e chiaro articolo sulla situazione del Colosseo, in relazione al numero degli addetti e visitatori, ai giorni di chiusura annuale, ed anche e per esempio alla chiusura per scioperi di altri importantissimi monumenti visitabili in altri paesi europei a Parigi e Londra. E' troppo facile e populista sparare sui lavoratori e lavoratrici senza conoscere il contesto generale e un tempo mi si insegnava che se volevo essere un compagno e di sinistra dovevo imparare a leggere il retro della medaglia e non solo la parte più visibile. E allora guarda caso il valore aggiunto del nostro amato Colosseo è prodotto proprio grazie all'impegno dei dipendenti, che poi se ne devono guardare bene nel rivendicare una miglior organizzazione lavorativa a tutela del prezioso monumento, oltre alla parte economica che a loro spetta e da anni/mesi negata. La corretta informazione è democrazia e libertà, la disinformazione è miopia e produce anche decreti legislativi molto meno democratici. Ciao, Angelo Gentilini.

SINDROME COLOSSEO 

La notizia principale della giornata di venerdì è stata la chiusura di due ore del Colosseo per un’assemblea sindacale convocata e regolarmente preannunciata dai lavoratori che reclamavano, tra le altre cose, il pagamento degli straordinari effettuati da circa un anno e non ancora retribuiti. Due ore durante le quali, complice la scarsa organizzazione della direzione che non aveva avvisato per tempo, i turisti sono stati lasciati in coda ai piedi del monumento senza adeguate informazioni.

L’episodio ha suscitato reazioni parossistiche da parte della stampa e della politica. Il ministro Franceschini ha detto che “la misura è colma”, il sottosegretario ai Beni culturali ha twittato che l’assemblea sindacale è stata un reato, rettificando poi – bontà sua – che era un “reato in senso lato”. Il sindaco di Roma e il capogruppo del Pd alla Camera hanno parlato di “sfregio alla città di Roma”; un parlamentare del Pd ha lamentato che la chiusura non fosse stata notificata al New York Times, l’ex direttore del Corriere della sera, Ferruccio De Bortoli, è arrivato a sostenere che bisognerebbe chiedere i danni ai lavoratori per i mancati introiti. Per due ore di chiusura. L’esito più significativo è stato però un decreto con cui il governo ha inserito i beni culturali tra i servizi pubblici essenziali, come trasporti e sanità, in modo da garantirne la fruibilità anche in caso di assemblee e scioperi.......
Angelo Gentilini, da www.leftwing,it