Una valanga di
esuberi si prospetta anche per il 2015 nel nostro territorio. E' l'allarme
lanciato dal segretario generale della Cgil di Imola, Paolo Stefani, al
direttivo della Camera del lavoro imolese che si è svolto ieri pomeriggio, alla
presenza di Cesare Melloni della segreteria della Cgil regionale.
«Un altro
migliaio di posti di lavoro sono a rischio nei prossimi mesi – sostiene Stefani
-. Nell'edilizia non è finita l'emorragia, sopratutto nelle piccole imprese. A
giugno scadrà la cassa integrazione per i lavoratori della Cesi, ma non abbiamo
ancora avuto nessuna risposta da parte della cooperazione alla nostra proposta
di chiedere al ministero un prolungamento degli ammortizzatori, possibile se si
considera la crisi delle cooperative di costruzione come un'unica crisi. Nel
settore ceramico, a seguito delle ristrutturazioni, si contano ancora 400
esuberi, mentre nel commercio abbiamo l'incognita Mercatone, che potrebbe
coinvolgere 200 persone. Altri 200 posti sono in bilico se sommiamo diverse
piccole imprese, che si scontrano con il problema di accesso al credito, non
ancora risolto. L'unica nota positiva – aggiunge il segretario della Cgil
imolese - è che tutte le aziende impegnate sull'export, spinte anche dalla
debolezza della moneta, continuano ad acquisire commesse. Nonostante i nuovi
provvedimenti legislativi, tanto sbandierati, e il falso ottimismo, supportato
da numeri ridicoli di previsione di crescita, il nostro osservatorio ci dice
che il saldo tra i nuovi posti di lavoro e quelli persi sarà drammaticamente
negativo. Ci si continua ad accanire sui lavoratori, privandoli dei diritti,
piuttosto che concentrarsi sulla creazione di posti di lavoro, con investimenti
nel pubblico e nel privato. In un momento così critico come questo, che richiederebbe
una politica all'altezza, in grado di progettare, siamo invece al livello più
basso di fiducia da parte dei cittadini, che sfocia anche in un astensionismo
allarmante, come è capitato alle elezioni regionali. Anche nel nostro
territorio si registra un tasso di disoccupazione altissimo, i dati della
Caritas confermano un aumento di coloro che si trovano in una condizione di
povertà assoluta. Non conosciamo il destino di chi una volta terminata l'Aspi,
l'indennità di disoccupazione, non avrà più nessuna fonte di reddito. Il
problema a livello territoriale dobbiamo porcelo, non è più possibile rinviare.
Non vorremmo trovarci di fronte ad un aumento del lavoro nero o, peggio, ad
infiltrazioni della malavita, per esempio negli appalti, tema su cui ci stiamo mobilitando
con una raccolta firme. Ancora una volta sollecitiamo i soggetti economici e
istituzionali ad attivarsi insieme per individuare progetti capaci di creare
lavoro, attraverso un nuovo patto che permetta di non rompere quei legami
sociali che da sempre caratterizzano questo territorio, ma che si stanno
sfaldando».
Angelo Gentilini, da info stampa Cgil Imola.