Siamo arrivati alla fine anche del 2014. Un anno difficile. In questi momenti il nostro pensiero va a chi sta soffrendo, a chi in questi anni ha perso il lavoro, a chi vive grazie agli ammortizzatori sociali e non sa cosa succederà quando questi cesseranno.
Ma va anche a tutti coloro che ad ogni fine anno, ormai da molto tempo, ci propinano speranze fasulle. Ancora in queste ore abbiamo sentito le solite parole: il 2015 sarà l’anno della ripresa, poi si gira pagina e si legge che, però, aumenteranno ancora i disoccupati. Ma di quale ripresa parlano: del Pil (che ormai non significa più nulla)? Dei profitti (per tanti mai cessati)? Che ripresa ci potrà mai essere senza un lavoro che possa permettere di vivere dignitosamente?
Nel bel mezzo di questa drammatica crisi però c’è una industria che non fallisce mai: quella della mala politica. Quella dell’uso della politica per fini di arricchimento personale. Non c’è più limite, mentre il Paese affonda c’è chi continua ad arraffare a più non posso. E non crediamo che i fatti di Roma rappresentino il fondo del barile. Non si gira pagina e non vi potrà essere un buon 2015 senza una rivolta morale ed etica, capace di scacciare i mercanti dal tempio e di individuare persone che pensino seriamente al rilancio del Paese. Non ci può essere ripresa se ci continuano a proporre le solite ricette. Occorre intraprendere con coraggio strade nuove, nell'economia, nel sociale, nel rapporto tra cittadini e politica, nel rapporto tra persone. Ognuno di noi deve però fare la sua parte a qualsiasi livello e in qualsiasi luogo. L’indignazione da sola non basta....................
Angelo Gentilini, da www.leggilanotizia.it