In occasione della Giornata Mondiale contro la corruzione
Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele e ispiratore della nostra
campagna Riparte il futuro, ha presentato al Parlamento europeo l’agenda di
priorità per l’Europa contro la corruzione il crimine organizzato. “Mi stupisco di chi si stupisce di quello che
è accaduto a Roma- ha dichiarato don Luigi Ciotti facendo riferimento
all'inchiesta Mafia Capitale- Ho stima e riconoscenza per la magistratura e le
forze investigative: i magistrati hanno fatto qualcosa di fondamentale
aggiungendo al problema della corruzione l’aggravante mafiosa”. Ciotti non usa
mezzi termini: corruzione e mafia sono “due facce della stessa medaglia”. “La procura di Roma ha inserito il 416 bis
che individua nel nostro Paese i reati di stampo mafioso. Per concretizzare il
reato non è necessario il controllo del territorio attraverso la violenza
bruta, sparando e minacciando. Questa non è una mafia con la lupara”, dice il
presidente di Libera. “La corruzione sottrae denaro che potrebbe essere
investito per dare dignità alle persone. Il problema non è solo chi fa il male
ma quanti guardano e lasciano passare. È una società che ruba a se
stessa”. “C’è bisogno – prosegue Don
Ciotti- che l’Europa imprima quella marcia in più e l’Italia deve riflettere
fortemente su tutto questo. Non è stata la stessa Banca d’Italia a parlare di
corrotti che siedono regolarmente nei consigli di amministrazione di enti
pubblici? Speravamo di avere superato tutto questo. La storia ci dice che può
esistere una politica senza mafie ma che non possono esistere mafie senza il
concorso della politica”. Sei sono i punti dell’agenda di Libera per colpire il
crimine organizzato e il sistema di potere su cui si basa: una normativa
europea sui beni confiscati, il 21 marzo come Giornata Europea in memoria delle
vittime di mafia, i crimini ambientali, la figura del procuratore pubblico
europeo, il riciclaggio. E la proposta per l’Europa di Riparte il futuro, la
campagna di Libera e Gruppo Abele contro la corruzione: una direttiva sulla
tutela dei whistleblower”: ovvero coloro che decidono di denunciare gli episodi
di corruzione a cui si trovano ad assistere sul luogo di lavoro. “Già 20 anni fa siamo venuti in Europa a
portare dei contenuti e alcuni di loro sono stati recepiti dalle direttive
europee - spiega ancora Luigi Ciotti - Questi 20 anni sono testimoni di un
'noi': anche se la strada non è semplice ed è in salita siamo testimoni che dei
passi definitivi sono stati fatti”. Molto ancora c’è da fare. “Solo 5 dei 28
Stati Membri dell’Ue hanno una normativa completa sulla corruzione”, tuona il
presidente di Libera. E tutelano i whistleblower. “Siamo in Europa per sollecitare con rispetto
e forza l’Unione”.
Angelo Gentilini, da info www.riparteilfuturo.it