Il 29 aprile 1944 viene organizzato uno sciopero da parte delle donne di Imola, che già da tempo erano impegnate in manifestazioni di protesta attraverso i GDD e che accompagnavano attivamente le lotte partigiane. Più di trecento donne di tutte le età si riversarono nella parte scoperta della piazza davanti il Municipio. Elessero una commissione fra quelle di loro con molta prole per esporre le richieste. Non trovando chi le ricevesse, insorsero con alte grida contro il commissario prefettizio, reclamando il pane e i grassi previsti dal razionamento e la fine della guerra. I militi della GNR di guardia al palazzo e quelli accorsi parvero incerti, poi uno di loro lasciò partire una raffica di mitra... i mitra aprirono il fuoco sulla massa. Due donne si abbatterono sul selciato. Maria Rosa Zanotti, vedova da diciotto mesi e madre di sei figli, spirò mentre la stavano portando in ospedale. Livia Venturini, moglie trentunenne di Livio Poletti, morì il 13 giugno dopo molto soffrire. La reazione dei lavoratori della COGNE ( come quella di tutti i lavoratori del territorio imolese) fu immediata e si concretizzò in un giorno di sciopero, il 1°maggio 1944. Alla COGNE affrontando la minaccia delle armi delle SS presenti nella fabbrica, l'astensione dal lavoro iniziò alle 8 di mattina e si protrasse per l'intera giornata, fortunatamente senza tragici incidenti. Anche la radio fascista fu costretta, pur falsando le cifre, ad ammettere il grave smacco: "La giornata del 1° maggio è trascorsa in Italia nella tranquillità più assoluta. Le sole astensioni dal lavoro sono state le seguenti: a Genova per 5 minuti 4.000 operai; a Reggio Emilia 300 operai; a Milano 260 operai; per alcune ore e precisamente dalle 9,15 alle 11,30 a Imola da parte di 1.100 operai".
Angelo Gentilini