Negli ultimi anni quasi il 50% dei pensionati ha ceduto una
parte della sua pensione mensile o dei suoi risparmi ai figli in difficoltà. E’
quanto emerge da una ricerca dello Spi-Cgil, in collaborazione con Ipsos. Nello
specifico al 14,4% è capitato “spesso”, al 26,4% “qualche volta”, all’8,1% “raramente”.
Detto questo resta che: il 46,2% dei pensionati fa fatica ad arrivare alla fine
del mese, il 24,3% ci arriva spendendo tutto e il 16,3% ha dovuto ricorrere ad
aiuti economici, di cui il 5,3% alle banche, il 4,1% ai figli e il 2,7% ad
amici o parenti.Questi dati e analisi fortificano la richiesta del mantenimento del 100% della rivalutazione del potere di acquisto delle pensioni, fino a quattro volte la minima (circa 2.000 euro lordi), ed inoltre sarebbe eticamente e moralmente giusto rivedere le posizioni economiche dei 100.000 pensionati d'oro, in particolare quelle posizioni dove si evince una forte sproporzione tra l'assegno mensile e il reale versamento contributivo.Tutto questo sono la faccia della stessa medaglia prodotta da 30 anni di sfrenato neo-liberismo, che ha aumentato le differenze e le disuguaglianze socio economiche con un impoverimento generale delle famiglie, e che talvolta porta le persone giovani e meno giovani alla non sostenibilità delle cure sanitarie e dei consumi alimentari. La parte economica che, da anni, predica che il mercato è auto-regolante e
che è la regola primaria su tutto ha "fallito". Spetta alla politica
rappresentativa, di ogni strato sociale, prenderne atto e adoperarsi per
ritrovare il filo conduttore della dignità e solidarietà tra le generazioni, individuando
nuovi e più giusti equilibri economici, produttivi, occupazionali, welfare, istruzione, sanità, energia, ambiente, trasporti, legalità, fisco, giustizia.
Angelo Gentilini