21 gennaio 2014

Landini: "Con trasparenza iscritti e stipendi"

Da alcuni anni, da varie direzioni, si spara sui sindacati per indebolirli e delegittimarli. In particolare il potere mediatico/populista cerca di rendere tutti uguali, cosicché si va a colpire proprio quelle forze sindacali che più di altre stanno sul pezzo a difesa dei lavoratori e lavoratrici. Senza la dovuta conoscenza si criticano i sindacati di mancanza di trasparenza e si associa il tutto al sistema politico. Alcuni giorni fa leggendo la bozza del Job Act di Renzi ho avuto la conferma di quanto ho scritto sopra. Sulla trasparenza: “amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati, hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato”. In riferimento a questo, riporto quanto ha scritto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, nel recente libro “Forza lavoro”: “ Noi viviamo unicamente del contributo degli iscritti, lavoratori che scelgono di dare l’1% del proprio stipendio alla Fiom. E’ la sola nostra entrata e il lavoratore può decidere in qualunque momento di non dare più quel contributo. Non è per routine che esistiamo, non è per consuetudine. Il fatto che noi viviamo solo  dei contributi degli iscritti è una scelta che diventa un segnale politico e costituisce un valore. Come il fatto che gli stipendi di chi lavora in Fiom sono giustamente rapportati agli stipendi di chi lavora in fabbrica. Per noi chi si impegna a fare il sindacalista non lo fa per soldi e non può arricchirsi. Fare il sindacalista non può e non deve diventare un mestiere. Al lavoro nella sede nazionale siamo in 29, tra funzionari e dipendenti. Il segretario generale della Fiom guadagna 2260 euro netti al mese, un segretario nazionale 2150. Lo stipendio di dipendenti e funzionari va dai 1400 ai 1800 euro mensili, i segretari regionali e provinciali guadagnano tra  1600 e 1800. La Fiom sono i suoi 360.000 iscritti, i suoi 16.000 delegati e delegate eletti nei luoghi di lavoro. Questo processo democratico ci ha permesso di essere vivi e vitali, insieme al fatto che in nessuna azienda abbiamo fatto un accordo senza avere il consenso della maggioranza dei lavoratori, e quando non è stato possibile, come alla Fiat, abbiamo denunciato questo ricatto. Tutto questo fa della Fiom un’organizzazione che vive di partecipazione democratica e di militanza, grazie al contributo di delegati che non sono nominati da qualcuno ma eletti dai loro compagni sui luoghi di lavoro”. Condivido totalmente quanto ha scritto Landini e mi sembrano evidenti le differenze di un sindacato democratico e rappresentativo quale è la Fiom-Cgil dalla stragrande maggioranza del sistema politico italiano.
Angelo Gentilini