I dati dell'Osservatorio
Regionale sulla cassa integrazione in Emilia Romagna, scaturiti
dall'elaborazione della comunicazione dell'Inps, consegnano uno scenario
preoccupante di crisi strutturale del sistema produttivo regionale e di
emergenza sociale. Nei primi 5 mesi di quest'anno il
ricorso alla cassa integrazione nella nostra regione (ordinaria –
straordinaria) è pari a 33 milioni di ore, senza contare che nei dati forniti dall'Inps non sono ancora
conteggiati 8.000 accordi di cassa integrazione in deroga (circa 14 milioni di
ore), di cui solo 5.000 sono stati sbloccati con l'ultima delibera della
Regione Emilia Romagna e verranno conteggiati con le mensilità di Giugno e
Luglio: anche la mobilità in deroga è bloccata a Gennaio 2013. Il ritardo sul riconoscimento
degli ammortizzatori in deroga è causato dalla mancata copertura finanziaria da
parte del governo precedente e dell'attuale governo: infatti con gli ultimi
decreti del governo Monti alla regione Emilia Romagna sono stati riconosciuti
37 milioni di Euro, appena sufficienti per coprire, non per tutti, il periodo
Gennaio- Aprile 2013, mentre non è ancora operativo il DL 54/2013 che dovrebbe
garantire per l'intero paese una copertura di 500 milioni di Euro (per la
nostra regione 30/35 milioni). Il condizionale è d'obbligo in
quanto del tanto reclamizzato miliardo messo a disposizione in realtà si sta
scoprendo che, per ragioni contabili e per dispositivi ereditati dal governo
precedente, le risorse sono la metà. A questo dobbiamo aggiungere che il DL 74
del giugno 2012, con il quale si dichiarava la messa a disposizione di risorse
per l'Emilia Romagna pari a 70 milioni di Euro per ammortizzatori legati agli
effetti prodotti dal sisma, non è ancora stato finanziato. Il rischio di un'esplosione della
tensione sociale è evidente, ma questo parlamento ed il governo non rispondono
all'emergenza e sono ancora bloccati sulla vicenda IMU, come se ricercare le
risorse necessarie per garantire la copertura economica degli ammortizzatori
fosse solo un problema del sindacato, dei lavoratori e delle istituzioni
regionali: nella nostra regione migliaia di
lavoratori/lavoratrici da 5 mesi non portano a casa un euro e, se va
bene, devono aspettare ancora 2 mesi, senza avere la certezza di cosa accadrà
nel prossimo futuro. E' evidente che di fronte ad una
crisi che perdura da 5 anni il sistema delle tutele sociali va rivisto,
compreso le modifiche introdotte dalla legge 92 sugli ammortizzatori, definendo
strutturalmente un sistema che garantisca il reddito quando viene sospesa
l'attività lavorativa e/o si perde il lavoro. Comunque c'è un problema di
tenuta sociale che necessita di una risposta immediata: non possiamo più
aspettare, va garantita la copertura finanziaria degli ammortizzatori in
deroga. E’ questa una delle rivendicazioni prioritarie della manifestazione
unitaria di sabato 22 giugno a Roma, alla quale Cgil Cisl Uil regionali
parteciperanno con migliaia di lavoratori e pensionati dall’Emilia Romagna.
Segreterie Regionali Emilia Romagna Cgil Cisl Uil