28 aprile 2013

CNH Imola, la cottura a fuoco lento.....

Dopo la manifestazione avvenuta sabato 20 aprile in centro a Imola, le lavoratrici e lavoratori della Cnh si sono dati appuntamento per la mattina di venerdì 26 aprile davanti alla Regione Emilia Romagna, in via Aldo Moro a Bologna. Un presidio per chiedere che venga attivata urgentemente la cassa integrazione in deroga, scongiurando così il licenziamento di tutti i 52 dipendenti il 1° maggio. Stefano Pedini, Segretario Fiom Cgil di Imola, afferma:"Con i licenziamenti morirà definitivamente l’impegno del Ministero dello Sviluppo economico, d’intesa con Regione, Provincia e Comune, e la partecipazione di Cnh Fiat, sancito nel 2009 in sede ministeriale, di individuare diverse soluzioni industriali per il sito di Imola. La Fiom continua a ritenere che si debba scongiurare questo epilogo". La Regione, sollecitata, riconvoca martedì 30 aprile il tavolo per la Cnh e sembra disponibile all'allungamento della cassa integrazione, sempre che l'azienda condivida e ne faccia richiesta. Inoltre la Regione, per voce dell'Assessore alle attività produttive, Giancarlo Muzzarelli, dichiara che continua l'impegno per la reindustrializzazione del sito imolese e che in questi anni l'attività di tutti i soggetti in campo ha portato alla ricollocazione di gran parte dei lavoratori. "Io credo che la strada maestra da seguire fosse solo la riconversione industriale del sito. Il progetto sulla mobilità elettrica esiste da tempo e tutti i soggetti in campo dovevano spingere per questo e non per cuocere a fuoco lento i lavoratori e le potenzialità produttive. In tempi normali gli ammortizzatori, la mobilità, la ricollocazione, bene o male hanno dato delle risposte; ma dato che siamo nel bel mezzo di una crisi del sistema produttivo e occupazionale, la tassativa priorità è nel sostenere ricerca e progetti per dei nuovi lavori che diano respiro alla crescente disoccupazione. Quale soddisfazione si può trarre nel veder ricollocare a Modena un lavoratore di Imola quando si sa che per fargli posto viene lasciato a casa un giovane interinale che semmai da tempo sperava nella stabilizzazione del rapporto di lavoro; tra l’altro tutto questo in un territorio colpito e indebolito dal recente terremoto. La lotta tra poveri e lavoratori, tra orticelli e steccati, ha fatto il suo tempo ed è compito della politica e di chi si erge a rappresentare il popolo, i cittadini, i lavoratori, alzare lo sguardo per vedere più lontano".
Angelo Gentilini