09 settembre 2009

Dove Andremo in Bicicletta???

La bici, il ciclismo, i corridori, gli allenamenti, le corse ed ora le salutari passeggiate sono parte della mia vita.
Ancora oggi mentre pedalo, per fortuna, penso e ragiono un po’ su tutto in generale, ed è proprio l’esercizio armonico e rotondo della pedalata che mi apre gli spazi e i paesaggi.
Ogni anno rientro dalle ferie con certezze e interrogativi. Perché il nostro territorio non investe nei cosiddetti percorsi ciclabili extra-urbani!??
E’ sufficiente portare a confronto dei dati in km… per capire in fretta che in Italia, in generale, siamo molto in difetto con gli altri paesi europei. Ciò nonostante girando l’Italia si scopre che avanzano progetti e percorsi, alcune associazioni hanno perfino proposto il recupero e la trasformazione delle vecchi linee ferroviarie dismesse, in percorsi ciclabili.
Ma… si fatica a fare il salto culturale, ambientale, paesaggistico, sportivo e del vivere il tempo libero.
Sicuramente qualche politico locale può obiettare che nel circondario imolese vi sono tot.. km… di piste ciclabili. OK concordo, ma sono un’altra cosa da quello che sto dicendo e solo per non dilungarmi evito elementi tecnici a supporto.
Ben vengano le classiche piste di collegamento urbano tra i quartieri o per la messa in sicurezza nelle frazioni, vanno benissimo per tutti i cittadini, ma quello che sto evidenziando è il non pensare a percorsi riservati nelle aree più a rischio, per esempio lungo la Valle del Santerno, per lo meno fino a Borgo Tossignano.
Da anni, vari personaggi hanno lanciato l’idea ma non si vede muovere una paglia.
E… pensare che siamo un territorio ricco, che vi sono migliaia di appassionati e che può essere un elemento di arricchimento della vallata che può essere sfruttata da tutti per passeggiare fuori porta.
Spero di aver reso chiara l’idea e credo che le associazioni sportive e ambientaliste interessate e di competenza debbano fare pressione sulla politica che gestisce il territorio.
Non ci si può continuamente chiudere gli occhi ed accettare passivi la forte crescita e speculazione edilizia, compreso gli enormi ritardi strutturali legati alla viabilità automobilistica extra-urbana.
Ogni territorio deve crescere con equilibrio e non capisco o capisco troppo bene perché non si investe come da altre parti in progetti che da noi sembrano utopistici ma che invece evidenziano un approccio culturale diverso e migliore con la qualità della vita nei territori.
Va sostenuto “lo starci dentro” come soggetti e non come oggetti consumatori o predatori a seconda dell’interesse momentaneo…
Salutandovi tutti.
A.G.