08 novembre 2013

Si deve redistribuire anche il lavoro

Rilancio un post pubblicato il 23 settembre 2011 che evidenzia che i lavoratori italiani lavorano di più e guadagnano meno. Sto rilanciando diversi post scritti e pubblicati alcuni anni fa per far capire che i problemi, da tempo, sono conosciuti e chiari. La crisi che stiamo vivendo, e che da tanti non è capita, è strutturale e di sistema, e si può superare con una forte redistribuzione della ricchezza e del lavoro esistente. Si deve rivalutare il tutto, dall'ambiente, ai trasporti. all'agricoltura, al welfare, alla sanità, alla scuola, al sistema industriale, alla legalità fiscale ed economica, alla giustizia...ecc..ecc..Se analizziamo i dati, noti da tempo, come non ci si può interrogare e ci si deve interrogare: "Come mai nei paesi dove le cose stanno andando un tantino meglio i lavoratori e lavoratrici dipendenti lavorano di meno e guadagnano di più???". Inoltre è da sfatare anche che il welfare, i diritti e le tutele sociali, in questi paesi siano minori che in Italia, perchè anche in questa direzione gli altri spendono in percentuale più di noi e se gli stipendi italiani sono bassi è ovvio che poi avremo delle pensioni basse........Allora svegliamoci!!!!!
Angelo Gentilini

23 settembre 2011

Gli italiani lavorano di più e prendono meno

Il nostro Paese detiene un doppio record fra gli stati del G7
In base ai dati dell'Ocse, le nostre retribuzioni 'reali' sono le più basse a fronte di un monte ore che è uguale solo a quello degli Stati Uniti, ma superiore alle 'formiche' giapponesi e nettamente più alto dei colleghi francesi.

Roma, 15 settembre 2011 - Sono quelli che lavorano di più, ma anche quelli con le retribuzioni più basse. E’ un doppio record nel G7, quello che spetta ai lavoratori italiani, in base ai dati dell’Ocse, proposti nel rapporto 2011 sull’occupazione, presentato oggi a Parigi. 
Rispetto ai colleghi degli altri paesi del G7, infatti, i lavoratori italiani - a parità di potere d’acquisto - hanno ottenuto nel 2010 una retribuzione media di 32.657 dollari, notevolmente meno di tedeschi e francesi (entrambi oltre 38 mila dollari) e lontanissimi da canadesi (41.961 dollari), britannici (44.008) e americani (52.607). Solo i giapponesi, con una media di 33.900 dollari (ma una retribuzione ‘reale’ di 47.398 dollari) si avvicinano agli italiani, che al contrario dominano la classifica delle ore realmente lavorate.
In questo caso infatti, il dato del nostro Paese è esattamente identico a quello Usa (1778 ore l’anno) ma di molto superiore a quello degli altri membri del G7. Superate le ‘formiche’ giapponesi (ferme a 1733 ore), i lavoratori italiani distaccano canadesi (1702), britannici (1647) e francesi (1562).
In fondo alla classifica, i tedeschi, con 1419 ore effettivamente lavorate. Più degli italiani, a livello Ocse, lavorano solo polacchi, cechi, estoni, ungheresi, cileni, greci, messicani e turchi. Oltre ai recordman, i sud-coreani, irraggiungibili con 2.193 ore l’anno. Da questa statistica, comunque, emerge la progressiva e generalizzata riduzione in tutte le principali economie: infatti, se nel 1994 i lavoratori di Seul toccavano quota 2640 ore (+447) i ‘pigri’ tedeschi sgobbavano in media 128 ore in più l’anno. Per gli italiani, invece, la riduzione e’ stata appena di 79 ore.