26 novembre 2013

Gianni Cuperlo mi convince sempre di più

Roma, 24 novembre 2013. Gianni Cuperlo: “Se ti proponi di cambiare tutto, nel centrosinistra e nel Paese, non lo fai come secondo lavoro, perché noi siamo la sinistra non il volto buono della destra, perché serve un partito non un comitato elettorale. Devi dire dove vuoi portare questo Paese e questo partito. Io non voglio riportarlo da dove siamo venuti, ma vorrei portarlo dove non siamo mai riusciti ad andare. In parte per paura delle nostre stesse convinzioni, perché la sinistra ha pagato lo smarrimento delle sue idee e dei suoi valori, ha pagato una subalternità ai suoi avversari. Ora dobbiamo cambiare spezzando rendite, pensando un sistema economico diverso che dovrà fondersi a un’altra etica del pubblico e del mercato. Se tra noi c’è chi pensa che la via, dopo vent’anni, sia privatizzare le ferrovie e la Rai, prelevare 4 miliardi dalle pensioni fino a 3.500 euro lordi, abolire l’articolo18, tenersi la riforma Fornero e con il sindaco d’Italia passare da un regime parlamentare a una Repubblica presidenziale, io dico che quel disegno è radicalmente sbagliato. E se qualcuno dice che l’Italia è ridotta così per colpa dei sindacati, partiti, pensionati, io dico che è una dichiarazione insopportabile”.
Claudio Sardo, l’Unità: “ Per Cuperlo il cambiamento è anzitutto rottura dello schema liberista e dei suoi derivati. E’ liberazione della sinistra dalla subordinazione politica e culturale, cui è stata costretta dall’egemonia della destra”.
Curzio Maltese, la Repubblica: “ Gianni Cuperlo incarna i valori del socialismo classico, una storia lunga. Scrive meglio di quanto parla, come i leader di una volta , e il suo documento congressuale è uno dei migliori mai letti. E’ un autentico figlio del popolo, per quanto non ne abbia l’aria, e di conseguenza disprezza ogni forma di populismo. Il suo problema che in Italia nessuno legge nulla, tantomeno i documenti politici, e il Paese va pazzo per i miliardari populisti”.

 Angelo Gentilini