La crisi ha fatto aumentare il trasferimento delle ricchezze verso i paradisi fiscali. E l’Italia è il paese europeo ad avere il primato di evasione fiscale. Secondo le stime di Tax Research in Italia, negli ultimi tempi, a conferma di altre inchieste, sono stati evasi o elusi 180 miliardi di euro. Le tasse perse in Europa sono pari a circa mille miliardi di euro. La crisi, come riporta il Sole 24 Ore, ha accelerato lo spostamento dei capitali verso i paesi dov’è possibile sfruttare una tassazione inferiore, e una protezione sul proprio patrimonio mobiliare sicuramente superiore. Come rimarca uno studio del Boston Consulting Group, nei tre principali paradisi fiscali che si trovano in Europa, Lussemburgo, Montecarlo e Svizzera, sono custodite somme che arrivano a 8.500 miliardi di euro, una cifra pari al Pil di Germania, Francia e Italia, e poco distante dalla metà dell’intera ricchezza lorda prodotta dalla Ue. Secondo le stime di Boston Consulting Group, che tengono conto solo delle ricchezze mobiliari e non di case o yacht acquisiti in questi paradisi fiscali, la crisi ha accelerato il processo di trasferimento dei capitali. Nel 2011 soldi evasi ed elusi spostandoli all’estero verso i lidi protetti dell’offshore, è cresciuta del 6 per cento. E la tendenza è destinata a rafforzarsi nei prossimi anni. Il paradiso fiscale preferito è la Svizzera, con 2.200 miliardi di dollari, seguita da Hong Kong e Singapore. Il Lussemburgo è all’ottavo posto con 700 miliardi di dollari, preceduto dalle varie isole, britanniche o caraibiche (Isole Vergini, Cayman, Antigua), che negli ultimi decenni si sono specializzate nelle società di comodo create per non pagare le tasse. Anche l’Irlanda e la Gran Bretagna si collocano in una posizione alta della classifica.
L’evasione fiscale, come rimarca il Sole 24 Ore, è ormai un fenomeno di massa. Se fino a qualche decennio fa lo spostamento delle ricchezze nei lidi offshore era una peculiarità dei super ricchi, ora è sempre più diffusa anche nelle fasce medio-alte. Uno studio di un’organizzazione francese ha evidenziato come le 50 maggiori imprese europee abbiano filiali, in modo assolutamente non proporzionato alle loro dimensioni, nei paesi dove la tassazione è più favorevole, come Irlanda, Paesi Bassi o Lussemburgo, solo per citare gli Stati membri dell’Ue. Lo studio ha inoltre rimarcato come colossi del sistema creditizio continentale quali Deutsche Bank o Société Générale realizzino una percentuale significativa dei loro profitti in poche filiali concentrate in paradisi offshore come Hong Kong o le isole di Labuan della Malesia.
A.G. (da... www.gadlerner.it)