Mentre si chiedono ai lavoratori e lavoratrici dei sacrifici enormi per il bene pubblico, c’è un gruppo di centomila cittadini che sono dei super pensionati di lusso e che nessuna riforma riesce a toccare. Per questi pensionati d’oro lo Stato spende 15 miliardi di euro all’anno, ognuno in media intasca 150 mila euro. Per il totale di 13,8 milioni di pensioni la spesa è di 190 miliardi e 7,2 milioni di pensionati ha in media un assegno mensile di 770 euro (uomini), 569 (donne). Il più ricco dei centomila nababbi è Mauro Sentinelli, ex manager della Telecom, che percepisce 90.246 euro al mese, circa 3.000 al giorno, a cui vanno sommati i gettoni di presenza nel Cda di Telecom e di Presidente Enertel Servizi. Poi, per esempio, Lamberto
Dini accumula varie pensioni per un totale di 40.000 euro al mese, idem per Giuliano Amato che arriva a 30.000. Ci sono anche 2.307 ex deputati ed ex senatori a cui vanno ogni mese 7.000 euro netti, per arrivare ai consiglieri regionali. In Calabria, una volta raggiunti i 60 anni c’è chi intasca 9.700 euro di vitalizio, in Sicilia con alcuni mandati si arriva a 5.000 euro al mese e in altre Regioni ci si assesta sui 4.000. Tra i centomila nababbi c’è anche un ex dirigente della Regione Sicilia che è andato in pensione con un assegno di 41.600 euro al mese, ma la Corte dei Conti dopo vari ricorsi e contro ricorsi è riuscita a portargli la pensione a 227.000 euro
l’anno. Il bello è che questi manager e dirigenti intascano delle retribuzioni e liquidazioni di lusso, a fronte anche di prestazioni mediocri o fallimentari, perciò si sono già arricchiti durante la loro attività professionale. Pier Francesco Guarguaglini, implicato assieme alla moglie nello scandalo dei fondi neri di Finmeccanica, ha intascato 5 milioni di euro per lasciare la carica di Presidente. Cesare Geronzi dopo un anno di presidenza Generali ha ricevuto una liquidazione di 16,6 milioni di euro, 48.000 euro di buonuscita per ogni giorno lavorato. Altri esempi sono Gianmario Rossignolo che per dieci mesi ha incassato 5 milioni e Roberto Colaninno che per due anni è arrivato a 25,8 milioni di liquidazione, entrambi Telecom. Cifre impressionanti sono i 101 milioni di euro di liquidazione di Cesare Romiti dalla Fiat e i 40 milioni di Alessandro Profumo da Unicredit. Ecco che allora sarebbe bene mettere un tetto massimo all’assegno pensionistico, per esempio, è stato proposto non più di
6.000 al mese e dalle tasche di questi nababbi super ricchi si recupererebbero 7 miliardi di euro l’anno e dici poco? Si deve fare, perché è semplicemente giusto farlo senza discussioni e arringhe classiste " di parte ", perché la classe operaia da troppi anni soffre.
Angelo Gentilini
"Il Quarto Stato", un simbolo della lotta operaia