28 maggio 2012

Ciclismo: "95° GIRO D'ITALIA", a me è piaciuto

Come in tanti sanno il giro è stato vinto dal canadese Hesjedal, trentaduenne della Garmin, secondo lo spagnolo Rodriguez e terzo il belga De Gendt. Gli italiani nei primi dieci sono quattro: Scarponi 4°, Basso 5°, Cunego 6°, Pozzovivo 8°. Sul totale di 21 tappe 6 sono state vinte da atleti italiani, Tiralongo, Pozzovivo, Ferrari, Rabottini, Guadrini e Pinotti; inoltre Rabottini si è aggiudicato anche la classifica e la maglia azzurra di miglior scalatore. A livello di squadre si potrebbe criticare l’appiattimento della Liquigas sul sostegno a Basso perché ha corso spremendo tutti i compagni e alla fine è arrivato solo 5°, non ha vinto nemmeno una tappa e non si registrano attacchi o azioni degni di nota. Diverso l’atteggiamento della Lampre che con Scarponi e Cunego hanno attaccato per cambiare gli equilibri e sinceramente meritavano una vittoria di tappa.Analizzando la partecipazione delle squadre italiane: la Colnago ha fatto bene vincendo una tappa con Pozzovivo ed entrando nei vari tentativi di fuga in particolare con Pirazzi, la Farnese si è aggiudicata 2 tappe con Rabottini e Guadrini, 2 vittorie di tappa anche per la squadra di Savio con Rubiano e Ferrari. Mi hanno emozionato le vittorie di Rabottini a Piani Resinelli e di De Gendt sullo Stelvio, sono due ragazzi giovani che se continuano a lavorare con passione possono migliorare. Non concordo con il sistema degli abbuoni negli arrivi di tappa, o ci sono sempre o non ci sono mai, ed è singolare che non ci siano negli arrivi in salita dove si fatica di più. Con gli abbuoni in tutte le tappe Rodriguez avrebbe vinto il giro con 4 secondi di vantaggio su Hesjedal. E’ molto sterile il tentativo di innescare la polemica per la tappa dello Stelvio affermando che Cunego doveva aspettare Scarponi, si doveva fare se Scarponi avesse attaccato a 10/15 km dall’arrivo, ecco che allora un compagno in aiuto poteva servire, d’altronde conosco molto bene Damiani ( D.S. Lampre) e non è un pirla. Purtroppo ci sono troppi giornalisti che non sono tecnicamente preparati e sinceramente è molto meglio questo ciclismo dove si tornano ad usare i rapporti adeguati alle pendenze e dove si vedono corridori che dopo uno scatto hanno bisogno di recupero. Credo che ci siamo lasciati alle spalle 20 anni terribili legati al doping ematico e spero che la lotta per un ciclismo pulito continui, anche se in questi anni si è pagato un prezzo molto alto il ciclismo e la bicicletta è LIBERTA’.
Angelo Gentilini