30 ottobre 2018

Stipendi e compensi da 1, a 10, per stare bene tutti.

Negli ultimi decenni c’è stato un aumento vertiginoso delle disuguaglianze economiche, create "in primis" dagli abusi del capitalismo finanziario e dalle crescenti disparità salariali che contribuiscono a sollevare problemi sociali e poca mobilità nella spesa corrente da parte dei ceti medio-bassi. Giustamente si chiede ai politici di dare l’esempio abbassando gli stipendi e i vitalizi, ma solo questo non è sufficiente per riequilibrare la bilancia economica perché ci sono altre migliaia di cittadini che ricoprono ruoli pubblici e privati che hanno delle retribuzioni e dei premi da paperon de paperoni. Io credo che serva una rivisitazione generale, obiettiva e oggettiva, compreso anche una riorganizzazione e una non sovrapposizione dei ruoli tra pubblico e privato. In linea con le proposte del Movimento Occupy Wall Street la forbice giusta sulle retribuzioni sarebbe da 1 a 10. 
Se consideriamo 1 uguale al minimo di 1.500 euro al mese, in un anno si arriva più o meno a 20.000 euro e in 40 anni a 800.000 mila euro. In progressione nel rispetto delle competenze e responsabilità si può arrivare al tetto massimo di 10 uguale a 15.000 euro al mese , che porta più o meno a 200.000 mila euro all’anno. 
Cosi facendo si evince che in 4 anni il soggetto 10 accumula 800.000 euro, pari a quanto accumula in 40 anni il soggetto 1. Se escludiamo il principio dell’avidità, che sarebbe anche un peccato, a me sembrano proporzioni molto dignitose e rispettose, anche perché vanno considerati gli interessi finanziari che incassano i soggetti della parte alta delle scala che hanno delle cifre in esubero da investire, a differenza e in relazione ai 20.000 euro annui del soggetto 1. Sarebbero tanti altri i miliardi di euro da ridistribuire dalla voce "stipendi e compensi" se si adottasse il metodo da 1, a 10. Difatti sono un paradosso insostenibile le cifre che girano per i premi di risultato e le liquidazioni faraoniche sempre elargite a manager e dirigenti pubblici e privati, soldi su soldi sempre in poche tasche. Inoltre, a caduta, ci sarebbero delle pensioni più equilibrate e perciò anche dalla previdenza si recupererebbero delle risorse utili e a sostegno delle pensioni più basse. Le risorse derivanti da un equa ripartizione della ricchezza sono indispensabili come motore per la crescita perché aumenterebbe il potere di acquisto dei ceti medi-bassi a sostegno della domanda interna ed inoltre si potrebbero avere risorse aggiuntive per investire nella scuola, ricerca, giovani, welfare, ambiente, futuro. In conclusione voglio ricordare che il peggio della crisi, dovuto ad un riassetto strutturale economico e produttivo mondiale, deve ancora arrivare e arriverà quando il mondo del lavoro manifatturiero, che produce il Pil, non sarà più sostenibile con il solo aiuto tampone degli ammortizzatori sociali. Perciò spetta alla politica trovare la forza etica e morale per perseguire questi obiettivi e percorsi di armonizzazione delle risorse e della ricchezza, ma a monte spetta ai popoli e cittadini del mondo saper scegliere la parte politica giusta, ma purtroppo l'ultimo esempio delle elezioni in Brasile non mi sembra confortante.
Ho rilanciato questo pezzo che ho scritto a marzo 2013 perché è sempre molto attuale: angelogentilini.blogspot.com/2013/03/stipendi-da-1-10-per-stare-meglio-tutti 
Angelo Gentilini