11 luglio 2017

L'accanimento contro i lavoratori agricoli.

Dopo la reintroduzione dei voucher assistiamo ad un accanimento contro i lavoratori agricoli, rappresentato dalla circolare Inps n. 107 del 5 luglio 2017, circolare che rende applicabile la nuova legge sulle prestazioni di lavoro occasionaleLegge, quella sul lavoro occasionale, che in agricoltura aveva già allargato il campo di applicazione, allargando a tutte le imprese agricole (senza distinzioni di fatturato come precedentemente previsto) e includendo anche i disoccupati con o senza percezione di reddito. L’Inps va oltre l’interpretazione della legge, aggiungendo quello che nemmeno la legge dice. L’Inps per il settore agricolo non si limita a riportare che il compenso minimo orario è “pari all’importo della retribuzione oraria delle prestazioni di natura subordinata individuata dal contratto collettivo stipulato dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale”, ma va oltre, indicando tre importi orari differenti, a seconda dell’area professionale di appartenenza del lavoratore, previsti dal Contratto Nazionale per gli operai agricoli. L’Inps sembra non conoscere come viene definita la retribuzione degli operai agricoli, che è composta dalla retribuzione prevista dal Contratto Nazionale (che disciplina il primo biennio di vigenza contrattuale) e dalla retribuzione derivante dalla contrattazione provinciale (che disciplina il secondo biennio di vigenza contrattuale). Gli importi indicati dall’Inps, oltre che essere inferiori ai 9 euro/ora prestata da tutti i lavoratori in altri settori con il contratto di prestazione occasionale, come indicato dalla legge, è inferiore anche ai valori minimi previsti dai contratti provinciali applicati in Emilia Romagna. Un esempio: la tariffa oraria media, di raccolta di frutta e ortaggi, presente sul territorio dell’Emilia Romagna è mediamente pari a 8,13 euro/ora, l’Inps la fissa a 6.52 euro/ora; per un operaio qualificato la tariffa prevista dalla contrattazione è di 12,03 euro/ora, l’INPS la fissa a 6,94; per il lavoratore specializzato la tariffa prevista dalla contrattazione è di 13.66 euro/ora, l’Inps la fissa a 7.57 euro/ora. Il lavoro "stagionale" in agricoltura ha già i suoi strumenti contrattuali che possono anche prevedere la chiamata giornaliera dell'operaio a tempo determinato anche per un solo giorno all'anno, anche per le sole ore necessarie a svolgere l'attività richiesta. Si tratta di un vero e proprio lavoro a chiamata previsto dalle normative di legge e dai contratti che regolano il mercato del lavoro in agricoltura, che non ha nemmeno bisogno della comunicazione giornaliera di inizio e fine lavoro, com’è previsto per il nuovo lavoro accessorio. Se prima, con i vecchi voucher, il lavoro accessorio poteva avere un costo maggiore per le imprese agricole, rispetto all’applicazione del contratto di lavoro, oggi alle imprese viene offerta una incredibile occasione per abbattere i costi. Per i lavoratori, invece, la differenza è enorme: con i voucher nessun diritto (malattia, disoccupazione, assegni familiari e copertura previdenziale). Insomma, già i voucher vanno a penalizzare i lavoratori del settore agricolo ma con le interpretazioni dell’Inps si aggiunge danno a danno. La circolare più che dettare norme esplicative introduce una sorta di deregolamentazioni con un accanimento particolare per i lavoratori agricoli. La Flai e la Cgil non si rassegnano: proseguiremo la nostra battaglia. (Bologna, 10 luglio 2017, Umberto Franciosi, Segretario  Flai Cgil Emilia Romagna)
Angelo Gentilini, da info Cgil E.R.