19 settembre 2012
Aveva ragione la Fiom-Cgil
Ancora una volta si deve ammettere che la Fiom-Cgil aveva ragione, da anni ha ragione. Sto parlando della questione Fiat e della gestione Marchionne. Ora anche quelli che “senza se e senza ma” stavano dalla parte dello strapagato super manager ammettono che si deve intervenire e verificare le reali intenzioni della Fiat. Evito di parlare della parte storica e di quanto, nel bene e nel male, la Fiat abbia condizionato le scelte del nostro Paese e la vita dei lavoratori/ci. Restando ai tempi nostri non c’è che da essere enormemente delusi, anche solo perché noi della Fiom non eravamo scettici a presindere, come ci vogliono dipingere, ma perché il progetto Fabbrica Italia faceva acqua da tutte le parti e ora si vuole dire che è tutta colpa e solo colpa della crisi. Francamente credo che in tutti i campi i lavoratori italiani abbiano già dato e lasciato tanto per strada, dal potere d’acquisto dello stipendio, ai diritti, alle condizioni di lavoro, all’orario di lavoro, alle tutele, alla democrazia fuori e dentro le fabbriche, alle pensioni . Voglio fare osservare per l’ennesima volta che nelle aziende dell’auto tedesche i lavoratori hanno degli stipendi che sono il doppio di quelli italiani, a fronte di un orario medio settimanale pari a 35,5 ore e con tutele e diritti inviolabili. Nonostante ciò le marche tedesche sono tra le più vendute e quelle italiane NO. Siamo perfino arrivati al punto che Cesare Romiti, ex Amministratore Delegato Fiat, che era uno con cui era difficile strappare degli accordi migliorativi per i lavoratori, afferma che aveva ragione la Fiom e non trova elementi per contraddire le posizioni del Segretario Nazionale Fiom, Maurizio Landini.
Angelo Gentilini