01 agosto 2012

Fermiamo la cultura separatista

Per il bene dei lavoratori e lavoratrici italiani sarebbe bene fermare quelle forze che, in modo diretto e indiretto, continuano ad alimentare la cultura degli accordi sindacali separati e di minoranza. Purtroppo la lezione data da altri Paesi sulla concertazione e coesione sociale per superare meglio i problemi in Italia è inascoltata anche da una gran parte politica che si prefigge di rappresentare i lavoratori e lavoratrici ed il futuro delle giovani generazioni. Che senso ha e perché si vuole in tutti i modi far fuori la Fiom-Cgil dai tavoli delle trattative, definendo e facendo passare ad hoc l’informazione che i sindacalisti e gli iscritti Fiom sono estremisti ecc..ecc. In questa direzione la parte da leone la fa Marchionne, con la sua Fiat, che addirittura cerca di aver sempre meno dipendenti iscritti alla Fiom nelle aziende Fiat, solo perché non vuole essere contestato e soprattutto perché la verità fa male, specie quando è reale. Poi c’è la Federmeccanica che ha avviato con la Fim-Cisl e la Uilm-Uil una trattativa separata e di minoranza per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro. Ricordo che la Fiom-Cgil è il sindacato più rappresentativo tra i metalmeccanici, tra gli iscritti ai sindacati la Fiom da sola ne ha oltre la metà, ed è maggioritaria anche nei voti degli iscritti e non iscritti per le scelte delle Rsu. Per tener lontano la Fiom disconoscono anche l’accordo del 28 giugno 2011 siglato da Confindustria,Cgil,Cisl e Uil sulle regole della rappresentanza. La posta in gioco è molto alta e si vuole far pagare ai lavoratori e lavoratrici i danni creati da una ingovernata globalizzazione chiedendo sempre più produttività e flessibilità a fronte di meno diritti e tutele. Ad esempio porto una delle proposte di Federmeccanica, sostenute da Fim e Uilm: “ non pagare i primi tre giorni di malattia”. Tutti sanno che la competività passa attraverso la riforma di un sistema-paese che fa acqua da tante parti ma intanto picchiano sui lavoratori e lavoratrici italiani che hanno già la media lavorativa tra le più alte e gli stipendi tra i più bassi dei Paesi industrializzati. Credo sia importante ripristinare le regole democratiche dentro e fuori le fabbriche, il diritto di scegliere da chi farsi rappresentare, il diritto di votare tramite referendum tra i lavoratori e lavoratrici le piattaforme e gli accordi che modificano le regole, i diritti e le tutele.
Angelo Gentilini