Nei discorsi con cui verso metà agosto Matteo Renzi ha occupato gran parte delle reti tv, si è profuso in richiami alla necessità di guardare con coraggio alla crisi, di non lasciarsi prendere dalla sfiducia, di contare sulle risorse profonde del paese. Sarà un caso, o uno spin doctor un po’ più colto, ma questi accorati richiami alla fibra morale dei cittadini ricordano il discorso inaugurale con cui Franklin D. Roosevelt inaugurò la sua presidenza nel marzo 1933. In Usa le conseguenze furono straordinarie. Ma non soltanto perché i cittadini furono rianimati di colpo dalle parole del presidente. Bensì perché nel giro di poche settimane Roosevelt creò tre agenzie per l’occupazione che in pochi mesi diedero un lavoro a quattro milioni di disoccupati, e attuò la più grande ed efficace riforma del sistema bancario che si sia mai vista in Occidente, la legge Glass-Steagall. Ci faccia vedere qualcosa di simile, Matteo Renzi, in tempi analoghi, e cominceremo a pensare che il suo governo potrebbe anche risultare meno disastroso di quanto oggi non sembri.
(Luciano Gallino, da Repubblica 19/8/2014)
In questo paese continua a perseverare l'idea che per superare la crisi bisogna eliminare i diritti di chi lavora. L'articolo 8 di Sacconi, la “riforma” Fornero hanno prodotto disastri che sono sotto gli occhi di tutti ed invece di invertire la rotta anche questo governo, prima con il decreto Poletti (con il quale si è tolta la causale sui contratti a termine), poi con il “progetto” Alfano, persevera in un'idea devastante e l'unico effetto che produce è quello di marginalizzare il lavoro riducendolo a puro strumento di mercato. Sono anni che denunciamo il fatto che ci sono decine di tipologie di rapporto di lavoro senza tutele che producono solo instabilità e povertà. Nel paese si è radicata l'illegalità nel sistema degli appalti con salari da fame (3€ all'ora), il caporalato in diversi settori e territori è l'unico strumento di “regolazione” del mercato del lavoro, la rincorsa al contratto di lavoro più basso (meno salario e meno diritti) pare sia diventato uno sport nazionale, le norme sulle cessioni di ramo d'azienda vengono utilizzate per non applicare i contratti, la cooperazione spuria diventa il soggetto più competitivo sul mercato, il 40% dei lavoratori italiani è senza tutele, la disoccupazione ha raggiunto livelli insopportabili: di fronte a tutto ciò per qualcuno il problema resta l'articolo 18. La Cgil ha presentato, oltre la denuncia alla Comunità Europea sull'illegittimità del decreto Poletti, il “Piano per il lavoro” che parte dal principio che la qualificazione del lavoro e le tutele civili sociali del lavoratore rappresentano le leve su cui operare per superare la crisi e produrre uno sviluppo sostenibile.
( Estratto dal comunicato stampa del 18/8/2014 della CGIL Emilia Romagna)
Elaborazione Cgil 26 agosto 2014: precari-in-italia-al-lavoro-anche-solo-per-un-giorno/
Sotto i link per leggere dei pezzi che ho scritto e approfondire alcune questioni sulla crisi e lavoro:
http://angelogentilini.blogspot.it/2014/08/lavoro-e-liberta-di-stefano-fassina.html
http://angelogentilini.blogspot.it/2014/07/il-richiamo-di-landini-al-governo-renzi.html
http://angelogentilini.blogspot.it/2014/06/il-confronto-camusso-e-poletti-sul.html
http://angelogentilini.blogspot.it/2013/12/un-buon-anno-per-il-lavoro.html
http://angelogentilini.blogspot.it/2013/06/solo-briciole-per-il-lavoro.html
http://angelogentilini.blogspot.it/2013/06/la-ripresa-dellanno-dopo.html
http://angelogentilini.blogspot.it/2013/02/cgil-piano-del-lavoro.html
http://angelogentilini.blogspot.it/2011/09/gli-italiani-lavorano-di-piu-e-prendono.html
Angelo Gentilini