Finalmente sono andato in Russia, a San Pietroburgo e Mosca. Cerco di mettere in fila alcuni appunti che mi sono scritto durante questa vacanza e sia all’andata che al ritorno ho provato un senso di vergogna nel non vedere nessun aereo di bandiera italiana negli aereoporti di Bologna, Francoforte, San Pietroburgo e Mosca.
Comunque nei giorni trascorsi a San Pietroburgo e dintorni, mi son rifatto con l’arte nella classica visita al Palazzo d’Inverno, sede dell’Ermitage, uno dei più importanti ed interessanti musei al mondo. Difatti tra gli innumerevoli capolavori esposti spiccano le opere di artisti italiani come Raffaello, Caravaggio, Tiziano e altri, inoltre è stato evidenziato come sia stata importante l’influenza degli architetti italiani nello sviluppo della città imperiale, che ora conta oltre 5 milioni di abitanti regolari, più si dice, circa altri 2 milioni di irregolari. Nel giorno dedicato alla visita delle sfarzose residenze estive che appartennero a Caterina II e all’illuminato Pietro il Grande, sono rimasto letteralmente a bocca aperta nell’attraversamento di Pushkin, la città del famoso poeta e scrittore che i russi definiscono, “il nostro tutto”; praticamente è un vastissimo parco con all’interno una grande città, uno spettacolo di piste ciclabili, percorsi pedonali e fioriere da ogni parte. Di particolare interesse anche la visita all’antica fortezza, dove fu rinchiuso, tra gli altri, lo scrittore Dostoevskij. Le sorprese sono sempre presenti e così un giorno nella pausa pranzo ci capita di trovarci in una bellissima ex residenza di un’anonima principessa, che tanto per non farsi mancare niente aveva anche il teatro privato con palchetti, per oltre 100 posti e tutt’ora efficiente, e ci viene detto che c’è anche di meglio perché la nobiltà russa era veramente molto ricca.
Durante i trasferimenti è stato affrontato l’aspetto degli appartamenti in coabitazione dell’era bolscevica, ed ancora molto in uso a San Pietroburgo, e il ruolo delle “dacie proletarie”, molto distanti dalle “dacie borghesi”. In pratica lo Stato Sovietico donava 600 mq di terra ad ogni famiglia di lavoratori, che potevano poi costruirci una piccola casetta in legno ed impiantare l’orto. La casetta era utile per le tradizionali gite fuori porta e l’orto serviva ad aiutare la famiglia nel sostentamento alimentare. Gli abitanti del territorio di San Pietroburgo, ora che si possono muovere ed essendo a solo 200 km dal confine finlandese, vanno molto spesso in Finlandia per rilassanti vacanze ed anche per una solo giornata, per fare grandi e vantaggiosi acquisti nei centri commerciali. Nelle giornate moscovite abbiamo visitato altri importanti monumenti, residenze, chiese, piazze, parchi, il Cremlino e la Piazza Rossa con il Mausoleo di Lenin, con l’escursione a Sergev Posad, che è in pratica il vaticano russo, situato a 70 km dalla capitale. Inoltre l’approfondita visita alla Metro di Mosca, inaugurata nel 1935, che è un vero e bellissimo museo sotterraneo con affreschi, mosaici, statue e decori, ed ogni giorno viene usata da 9 milioni di moscoviti.
Mosca in totale ha 13 milioni di abitanti e sempre, si dice, altri 2/3 milioni di irregolari. Ma oltre a questo, c’è sempre altro e ogni vacanza è anche un buona occasione per approfondire altre tematiche culturali-sociali-politiche-economiche. Ecco che allora ti trovi a ricordare la figura di Antonio Gramsci e di suo figlio Giuliano, musicista ed apprezzato professore di pianoforte del Conservatorio moscovita, che è nato, vissuto, sposato ed infine deceduto a Mosca nel luglio del 2007. Emerge che, nel bel mezzo di una crisi mondiale, ora in Russia non esiste disoccupazione e nei picchi produttivi fanno entrare da altri stati ex sovietici dei “lavoratori in quota”, che vengono inseriti nei processi lavorativi nel rispetto delle regole e contratti nazionali vigenti. In effetti ho visto in ogni città gru e cantieri aperti, per grandi opere strutturali, nuovi quartieri abitativi, palazzi e grattacieli di rappresentanza, però ho notato in piccoli cantieri una carenza nella sicurezza dei ponteggi edili, che non è un dettaglio. Il vero e recente problema di queste grandi metropoli è la crescente immigrazione giovanile clandestina, proveniente dagli stati vicini e soprattutto dalle regioni asiatiche, che ogni giorno è alla disperata ricerca di un lavoro, piccolo o grande che sia anche poco retribuito, che ovviamente alimenta la cosiddetta “guerra tra poveri”. E parlando di poveri ora a tutti è chiaro che la Perestrojka e il sistema del libero mercato, pur democratizzando, tra virgolette il tutto, ha prodotto molti ricchi e moltissimi poveri, tanto è che i lavoratori e lavoratrici ora affermano che “noi eravamo liberi anche prima”, mentre i "papaveri" stanno sempre meglio, molto meglio. Per esempio al tempo dello statalismo ad una famiglia di lavoratori era sufficiente il 4% del reddito per pagare l’affitto dell’appartamento assegnato, in ogni caso anche ora il sistema energetico elettrico, riscaldamento, acqua calda, Tv, ecc, ecc, è tutto centralizzato come prima e riescono a mantenere dei costi accettabili. In generale prima della Perestrojka c’era poco, ma dicono che non mancava niente. Capitava che ci potevano essere 100 cittadini che avevano il desiderio di acquistarsi un’auto, ma nella realtà ne venivano assegnate solo 5 dal potere centrale, seguendo una lista-selezione con criteri di merito a varia natura politica e sociale. Ora gli stipendi mediamente si posizionano su 1.000/1.200 euro al mese (45/50 mila rubli), con il valore del potere d’acquisto che è simile a quello italiano e una famiglia con un solo stipendio proletario tira la cinghia. Altro esempio specifico: un tempo il necessario alimentare si produceva tutto in Russia e i contadini tiravano a campare benino, ora con la logica del libero mercato conviene importare le merci, perché tanti territori hanno delle caratteristiche poco redditizie e i contadini vanno male e credo sia una categoria in forte calo. Comunque è positivo il contributo di 500 mila rubli (11.120 euro) che lo Stato dona alle famiglie quando arriva il secondo figlio e che in generale viene usato per migliorare la situazione abitativa. La tutela sanitaria pubblica prima era gratuita e di qualità, mentre ora come in Italia, troppo spesso, ci si deve rivolgere al sistema privato a pagamento, quando serve una risposta urgente ad una necessità o malattia. La scuola pubblica è ancora e tuttora superiore in qualità ed offerta alle scuole private, e lo Stato provvede a sostenere borse di studio e percorsi super qualificati per gli studenti più bravi e meritevoli, perché da sempre nel sistema sovietico la cultura e qualità formativa è un elemento determinante. Ci sono tante tutele sociali che sono figlie del passato socialista e che sono state mantenute e perciò, alla faccia della nostra riforma Fornero, è possibile l’accesso al sistema pensionistico a 55 anni per le donne e a 60 anni per gli uomini. Poi si può continuare a lavorare optando per il mantenimento del contributo pensionistico base, sommata alla retribuzione; oppure decurtando la retribuzione per sostenere il miglioramento dell’assegno pensionistico, ma non è praticata la reversibilità dell’assegno pensionistico del coniuge scomparso. Ogni interlocutore con cui ho avuto modo di parlare ha specificato che sarebbe stato meglio correggere le parti del vecchio sistema che non andavano bene, inserendo anche la libertà dell’iniziativa privata equilibrata, piuttosto di questa radicale Perestrojka del libero mercato con l’apertura delle porte e finestre alle multinazionali mondiali. Nel contempo è evidente che non è possibile affrontare in quattro righe o battute una tale complessità di problematiche remote, storiche, passate e recenti. Infine prendendo spunto dal mazzetto di fiori che i giovani russi usano donare alla loro ragazza ad ogni appuntamento, e lo stesso fanno gli alunni al primo giorno di scuola con la propria maestra, oppure gli studenti universitari moscoviti che coltivano e curano volontariamente il loro immenso parco, mi piace pensare che sono ancora vivi dei valori interiori, di rispetto e dignità collettiva, che sono la base della ricchezza di ogni popolo vivente in questo nostro piccolo mondo antico.
Angelo Gentilini
Comunque nei giorni trascorsi a San Pietroburgo e dintorni, mi son rifatto con l’arte nella classica visita al Palazzo d’Inverno, sede dell’Ermitage, uno dei più importanti ed interessanti musei al mondo. Difatti tra gli innumerevoli capolavori esposti spiccano le opere di artisti italiani come Raffaello, Caravaggio, Tiziano e altri, inoltre è stato evidenziato come sia stata importante l’influenza degli architetti italiani nello sviluppo della città imperiale, che ora conta oltre 5 milioni di abitanti regolari, più si dice, circa altri 2 milioni di irregolari. Nel giorno dedicato alla visita delle sfarzose residenze estive che appartennero a Caterina II e all’illuminato Pietro il Grande, sono rimasto letteralmente a bocca aperta nell’attraversamento di Pushkin, la città del famoso poeta e scrittore che i russi definiscono, “il nostro tutto”; praticamente è un vastissimo parco con all’interno una grande città, uno spettacolo di piste ciclabili, percorsi pedonali e fioriere da ogni parte. Di particolare interesse anche la visita all’antica fortezza, dove fu rinchiuso, tra gli altri, lo scrittore Dostoevskij. Le sorprese sono sempre presenti e così un giorno nella pausa pranzo ci capita di trovarci in una bellissima ex residenza di un’anonima principessa, che tanto per non farsi mancare niente aveva anche il teatro privato con palchetti, per oltre 100 posti e tutt’ora efficiente, e ci viene detto che c’è anche di meglio perché la nobiltà russa era veramente molto ricca.
Durante i trasferimenti è stato affrontato l’aspetto degli appartamenti in coabitazione dell’era bolscevica, ed ancora molto in uso a San Pietroburgo, e il ruolo delle “dacie proletarie”, molto distanti dalle “dacie borghesi”. In pratica lo Stato Sovietico donava 600 mq di terra ad ogni famiglia di lavoratori, che potevano poi costruirci una piccola casetta in legno ed impiantare l’orto. La casetta era utile per le tradizionali gite fuori porta e l’orto serviva ad aiutare la famiglia nel sostentamento alimentare. Gli abitanti del territorio di San Pietroburgo, ora che si possono muovere ed essendo a solo 200 km dal confine finlandese, vanno molto spesso in Finlandia per rilassanti vacanze ed anche per una solo giornata, per fare grandi e vantaggiosi acquisti nei centri commerciali. Nelle giornate moscovite abbiamo visitato altri importanti monumenti, residenze, chiese, piazze, parchi, il Cremlino e la Piazza Rossa con il Mausoleo di Lenin, con l’escursione a Sergev Posad, che è in pratica il vaticano russo, situato a 70 km dalla capitale. Inoltre l’approfondita visita alla Metro di Mosca, inaugurata nel 1935, che è un vero e bellissimo museo sotterraneo con affreschi, mosaici, statue e decori, ed ogni giorno viene usata da 9 milioni di moscoviti.
Mosca in totale ha 13 milioni di abitanti e sempre, si dice, altri 2/3 milioni di irregolari. Ma oltre a questo, c’è sempre altro e ogni vacanza è anche un buona occasione per approfondire altre tematiche culturali-sociali-politiche-economiche. Ecco che allora ti trovi a ricordare la figura di Antonio Gramsci e di suo figlio Giuliano, musicista ed apprezzato professore di pianoforte del Conservatorio moscovita, che è nato, vissuto, sposato ed infine deceduto a Mosca nel luglio del 2007. Emerge che, nel bel mezzo di una crisi mondiale, ora in Russia non esiste disoccupazione e nei picchi produttivi fanno entrare da altri stati ex sovietici dei “lavoratori in quota”, che vengono inseriti nei processi lavorativi nel rispetto delle regole e contratti nazionali vigenti. In effetti ho visto in ogni città gru e cantieri aperti, per grandi opere strutturali, nuovi quartieri abitativi, palazzi e grattacieli di rappresentanza, però ho notato in piccoli cantieri una carenza nella sicurezza dei ponteggi edili, che non è un dettaglio. Il vero e recente problema di queste grandi metropoli è la crescente immigrazione giovanile clandestina, proveniente dagli stati vicini e soprattutto dalle regioni asiatiche, che ogni giorno è alla disperata ricerca di un lavoro, piccolo o grande che sia anche poco retribuito, che ovviamente alimenta la cosiddetta “guerra tra poveri”. E parlando di poveri ora a tutti è chiaro che la Perestrojka e il sistema del libero mercato, pur democratizzando, tra virgolette il tutto, ha prodotto molti ricchi e moltissimi poveri, tanto è che i lavoratori e lavoratrici ora affermano che “noi eravamo liberi anche prima”, mentre i "papaveri" stanno sempre meglio, molto meglio. Per esempio al tempo dello statalismo ad una famiglia di lavoratori era sufficiente il 4% del reddito per pagare l’affitto dell’appartamento assegnato, in ogni caso anche ora il sistema energetico elettrico, riscaldamento, acqua calda, Tv, ecc, ecc, è tutto centralizzato come prima e riescono a mantenere dei costi accettabili. In generale prima della Perestrojka c’era poco, ma dicono che non mancava niente. Capitava che ci potevano essere 100 cittadini che avevano il desiderio di acquistarsi un’auto, ma nella realtà ne venivano assegnate solo 5 dal potere centrale, seguendo una lista-selezione con criteri di merito a varia natura politica e sociale. Ora gli stipendi mediamente si posizionano su 1.000/1.200 euro al mese (45/50 mila rubli), con il valore del potere d’acquisto che è simile a quello italiano e una famiglia con un solo stipendio proletario tira la cinghia. Altro esempio specifico: un tempo il necessario alimentare si produceva tutto in Russia e i contadini tiravano a campare benino, ora con la logica del libero mercato conviene importare le merci, perché tanti territori hanno delle caratteristiche poco redditizie e i contadini vanno male e credo sia una categoria in forte calo. Comunque è positivo il contributo di 500 mila rubli (11.120 euro) che lo Stato dona alle famiglie quando arriva il secondo figlio e che in generale viene usato per migliorare la situazione abitativa. La tutela sanitaria pubblica prima era gratuita e di qualità, mentre ora come in Italia, troppo spesso, ci si deve rivolgere al sistema privato a pagamento, quando serve una risposta urgente ad una necessità o malattia. La scuola pubblica è ancora e tuttora superiore in qualità ed offerta alle scuole private, e lo Stato provvede a sostenere borse di studio e percorsi super qualificati per gli studenti più bravi e meritevoli, perché da sempre nel sistema sovietico la cultura e qualità formativa è un elemento determinante. Ci sono tante tutele sociali che sono figlie del passato socialista e che sono state mantenute e perciò, alla faccia della nostra riforma Fornero, è possibile l’accesso al sistema pensionistico a 55 anni per le donne e a 60 anni per gli uomini. Poi si può continuare a lavorare optando per il mantenimento del contributo pensionistico base, sommata alla retribuzione; oppure decurtando la retribuzione per sostenere il miglioramento dell’assegno pensionistico, ma non è praticata la reversibilità dell’assegno pensionistico del coniuge scomparso. Ogni interlocutore con cui ho avuto modo di parlare ha specificato che sarebbe stato meglio correggere le parti del vecchio sistema che non andavano bene, inserendo anche la libertà dell’iniziativa privata equilibrata, piuttosto di questa radicale Perestrojka del libero mercato con l’apertura delle porte e finestre alle multinazionali mondiali. Nel contempo è evidente che non è possibile affrontare in quattro righe o battute una tale complessità di problematiche remote, storiche, passate e recenti. Infine prendendo spunto dal mazzetto di fiori che i giovani russi usano donare alla loro ragazza ad ogni appuntamento, e lo stesso fanno gli alunni al primo giorno di scuola con la propria maestra, oppure gli studenti universitari moscoviti che coltivano e curano volontariamente il loro immenso parco, mi piace pensare che sono ancora vivi dei valori interiori, di rispetto e dignità collettiva, che sono la base della ricchezza di ogni popolo vivente in questo nostro piccolo mondo antico.
Angelo Gentilini