Le primarie sono una competizione elettorale attraverso la quale gli elettori o
i militanti di
un partito politico decidono chi sarà il candidato del
partito (o dello schieramento
politico del quale il
partito medesimo fa parte) per una successiva elezione di
una carica
pubblica. La ragione delle elezioni primarie è la promozione della
massima partecipazione degli elettori alla scelta dei candidati a cariche
pubbliche, in contrapposizione al sistema che vede gli elettori scegliere fra
candidati designati dai partiti. Le elezioni
primarie sono utilizzate in particolar modo negli Stati Uniti d'America. Nel Paese nordamericano le prime elezioni primarie
erano del tipo "chiuso", ossia alle primarie di un partito potevano
votare solo i membri di quel partito. Negli anni 70 del XX secolo si sono
diffuse le primarie di tipo "aperto", che consentono il voto a tutti
i cittadini, ma è aperta al rischio di "inquinamento" da parte dei
sostenitori del partito avversario. In Italia il primo caso di elezioni
primarie di rilievo nazionale si è avuto il 16 ottobre 2005, allo
scopo di scegliere il capo della coalizione di centrosinistra, L'Unione per le elezioni politiche, poi
tenutesi il 10 aprile 2006. Fra i
sette candidati prevalse Prodi (L’Ulivo), seguito da
Bertinotti (Prc), più staccati Mastella (Udpe), Di Pietro (Idv) e Pecoraro
Scanio (FdV). In precedenza si erano già tenute delle elezioni primarie per
decidere il candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del 2005, che
si sarebbero svolte nell'aprile di tale anno, in Puglia, tra
l'economista Francesco Boccia e Nichi Vendola, con
la vittoria di stretta misura di quest'ultimo, che vinse poi anche le elezioni,
diventando Presidente della Regione. Anche
a Milano il candidato sindaco per l'Unione fu scelto con il
metodo delle primarie (29/01/ 2006) e Bruno Ferrante prevalse sul Premio Nobel Dario Fo.
Casi atipici di elezioni cosiddette primarie: domenica 14 ottobre 2007 si è svolta, prima volta in Italia, l'elezione diretta (cioè aperta a tutti, non solo agli iscritti o ai loro delegati) del segretario nazionale di un partito, il nascituro Partito Democratico. Potevano votare tutti i cittadini residenti in Italia o con permesso di soggiorno che avessero compiuto 16 anni, pagando una quota minima di 1 euro. Questa elezione vinta da Valter Veltroni è divenuta nota come Primarie del Partito Democratico, seppure non potendosi affatto considerare nel novero delle elezioni primarie, giacché con tale termine si indicano correttamente quelle che scelgono un candidato a una carica pubblica. Nel 2009 i cittadini residenti in Italia o con permesso di soggiorno che avessero compiuto 16 anni (elettori del Partito Democratico) sono stati chiamati ancora una volta a scegliere il segretario del Partito e ne usci vincitore Pier Luigi Bersani. Nel 2013 altre primarie aperte atipiche per eleggere il segretario del PD dove ha prevalso Matteo Renzi. Precedentemente si erano svolte le corrette primarie di coalizione per il candidato Premier, dove si confermò Bersani, che prevalse su Renzi, Puppato, entrambi del Pd e Tabacci. In questa occasione si è smontato anche la valenza politica dell’impianto originario del Pd, perché lo Statuto del partito prevedeva che con le primarie aperte si eleggesse il segretario del partito che poi era il candidato unico alle primarie aperte di coalizione per le elezioni politiche e relativa carica di Presidente del Consiglio. In sintesi risulta che si possono "definire atipiche le primarie aperte per eleggere il segretario di un partito", mentre sono corrette se sono legate alla scelta di un candidato ad una carica pubblica.
Angelo Gentilini