05 aprile 2012

RIFLESSIONI A VOCE ALTA

Il 1° gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, mai applicata interamente. Ci vollero 22 anni di dure lotte dei lavoratori per vedersi riconoscere nel 1970 con lo Statuto dei Lavoratori dei diritti costituzionali, compreso l’art.18. Allora l’Italia era al 30° posto della classifica mondiale dei paesi industrializzati e nel 1990 nonostante la presenza dell’art. 18 e un migliore potere d’acquisto delle retribuzioni siamo arrivati al 6° posto. Nel 1978 il debito pubblico era al 60% ora è sopra il120%, ma nel 1980 nelle buste paghe dei lavoratori dipendenti veniva ridistribuito il 74% del Pil, mentre ora siamo scesi alla misera fetta del 45%. Infatti da oltre 20 anni si sono appositamente compressi gli stipendi dei lavoratori dipendenti a favore della finanza, dei capitali e della speculazione. In Italia lo stipendio medio dei lavoratori dipendenti è sceso al 26° posto della classifica dei paesi industrializzati, mentre gli stipendi e compensi dei dirigenti e manager, pubblici e privati sono al top delle classifiche. Inoltre da 20 anni dall’eurozona si è delocalizzato il 7% del Pil verso i paesi emergenti, dall’Italia oltre il 10%. Ed ancora in Italial’evasione, la corruzione, l’elusione, la malavita organizzata ed altro, sottraggono al paese ogni anno centinaia di miliardi di euro, la stima è tra 350 e 500. In Italia il monte ore lavorate in un anno è tra i più alti al mondo e identico a quello Usa, 1778 ore. In Giappone si lavora 1733 ore, in Canada 1703, in Inghilterra 1647, in Francia 1562 e in Germania 1419. Nonostante che i metalmeccanici tedeschi lavorino 36 ore a settimana hanno degli stipendi tra 2500 e 3000 euro mentre in Italia con le 40 ore ci si assesta tra i 1200 e 1500 euro. In Italia quasi l’88% del gettito fiscale è sostenuto dai lavoratori dipendenti e pensionati. In Italia il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza e il 3/4 % è straricchissimo. In Italia in tempo di crisi le 600.000 famiglie più ricche hanno raddoppiato il loro capitale finanziario. In Italia un laureato con 110 e lode può essere assunto a 29 anni come apprendista e tenuto apprendista per diversi anni, con relativo stipendio da apprendista. La lista delle disuguaglianze, paradossi ed inefficienze è lunghissima e si potrebbe scrivere un libro, come in diversi hanno fatto. E’ chiaro che i problemi arrivano a valle ma stanno e sono prodotti a monte. Non voglio bacchettare nessuno, ma possibile che da oltre 20 anni si assista a tutto questo degrado e non si capisca che siamo tutti noi un po’ partecipi e poco solidali, per esempio anche quando ci chiudono delle fabbriche!!! La democrazia delegata ha già prodotto troppi danni e ha lasciato aperto delle super strade dove i poteri forti si sono infilati. Io credo che solo riattivando la democrazia partecipativa sia possibile migliorare le cose. Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma tutti noi non possiamo continuamente lamentarci e poi puntualmente rinunciare alla partecipazione e alla lotta. Sono le lotte che hanno portato alle conquiste collettive ed individuali. Da tempo anche il territorio imolese non è più l’isola felice e noi metalmeccanici nel mese di marzo abbiamo fatto 10 ore di sciopero con manifestazioni, presidi e gazebi, per evidenziare le crescenti problematiche del lavoro e della società in generale. E’ giunto il momento che i cittadini e lavoratori decidano se vogliono vivere in un paese conservatore, di destra e liberista con poche regole e tutele. Oppure se vogliono sostenere la vera democrazia, il rispetto della Costituzione, lo Statuto dei Lavoratori, lo sviluppo sostenibile, la redistribuzione della ricchezza, le leggi e una giustizia certa rispettata da tutti. Tocca a noi decidere se ci può star bene un Governo di tecnici super pagati che provengono quasi tutti dal mondo che ha creato i problemi, oppure se attraverso la partecipazione eleggere un Parlamento rappresentativo anche dei lavoratori e pensionati e senza inquisiti ed indagati. Io penso che in una vera democrazia il popolo debba poter eleggere il proprio Governo sulla base di programmi certi e in una vera democrazia caro sig.Monti i Sindacati non devono essere solo ascoltati o consultati. In una vera democrazia la concertazione e la cogestione sono regole e modelli a difesa e a tutela di tutte le categorie di cittadini e lavoratori e delle parti più deboli della società. Egregio sig. Monti noi non siamo una lobby, i sindacalisti sono tutti uomini e donne che provengono dalla gavetta e sono tutti eletti dalla propria base, dalle Rsu ai Segretari nazionali. Quando vanno in piazza sono in sciopero come tutti i lavoratori e lavoratrici e hanno degli stipendi come i lavoratori. I nostri padri hanno lottato duramente per la democrazia, la libertà, la Costituzione, lo Statuto dei Lavoratori, perciò cari Monti, Passera e Fornero pretendiamo rispetto e proposte credibili e statene certi che per questo lotteremo.
Angelo Gentilini