03 novembre 2008

Dalla Cogne alla Cognetech

La “grande fabbrica Cogne” di Imola tra il 1938 e il 1990 ha dato un’impronta forte alla società, all’industria, all’economia ed alla cultura socio politica e sindacale della città, dalla lotta antifascista sviluppatasi fin dentro i suoi reparti con gli scioperi del marzo’44, al salvataggio delle macchine da parte degli operai, alla ricostruzione ad opera delle maestranze, cittadini, volontari. Il primo direttore tecnico del dopoguerra, ing. Carlo Nicoli comandante partigiano iscritto al PCI ed alla CGIL, dette un impulso decisivo alla ripresa della produzione.
Negli anni della rottura dell’unità antifascista e dello scelbismo alla Cogne vi furono 150 licenziamenti politici che impoverirono tecnicamente l’azienda, ma arricchirono il movimento cooperativo e il tessuto produttivo imolese con la creazione di piccole aziende che prosperarono e crebbero.
La Cogne ha fatto crescere un movimento operaio attivo nelle battaglie contrattuali, nelle rivendicazioni sociali, nel praticare forme di solidarietà innovative e nel confronto col movimento degli studenti negli anni’70.
Più recentemente, dopo le vicissitudini di crisi del mercato e privatizzazioni delle aziende pubbliche, nel ’93 divenuta Cognetex – azienda leader mondiale nel settore meccano-tessile – l’azienda è stata “svenduta” alla famiglia Orlandi, proprietaria del gruppo Finlane. La crisi e la rimodulazione produttiva mondiale del settore hanno sicuramente pesato negativamente ma alla Cognetex è mancata la volontà di ricercare e diversificare le produzioni e i prodotti ed è stata messa in atto una strategia strisciante che ha svenduto alla concorrenza anche parti di mercato qualificato, come le macchine per il sintetico e si è assistito ad un arretramento nei settori strategici come la ricerca e il commerciale, fino ai reparti di produzione.
Nel 2003 la fusione totale in Finlane ha tolto anche l’autonomia gestionale e nel 2005 l’inclusione di Finlane in Euroshor, new company di livello europeo, non ha prodotto alcun risultato economico e occupazionale.
Anche alla luce dell’attuale crisi globale la vicenda dovrebbe insegnare qualcosa ai sostenitori delle privatizzazioni selvagge: nel 1993 la Cognetex aveva una notevole capacità di ricerca, progettazione, sviluppo, produzione e commercializzazione a livello di leader mondiale, che poteva produrre dallo spillo alla Ferrari e che poteva tutelare le spiccate professionalità tecniche e il livello occupazionale.
Dopo un lungo periodo di crisi, col sostegno fattivo e determinante delle istituzioni cittadine, delle forze politiche e sindacali e la forte volontà di salvaguardare l’esperienza e la storia aziendale da parte dei lavoratori, a luglio 2008 si è concluso il periodo di cassa integrazione speciale per ristrutturazione, è stata avviata la procedura di mobilità per 29 addetti su 106 ed è stato previsto un percorso, stabilito dal piano industriale, per costituire una nuova azienda entro giugno 2009, la “Cognetech”, con relativa autonomia tecnico-economica.
Nell’ultimo incontro tra azienda e sindacati, lo 07.10.08, è stata riconfermata la profonda crisi del meccano-tessile mentre sono in positivo le “lavorazioni conto terzi” sviluppatesi in alternativa.
Per il 2009 è prevista un’ulteriore crescita ed un forte interessamento per aumentare le collaborazioni tecniche e produttive già avviate. E’ anche stato notificato l’impegno del gruppo Finlane per effettuare una ristrutturazione aziendale che viene considerata positiva, finalizzata alla riduzione dei costi senza incidenza sull’occupazione.

Responsabile della produzione è stato nominato l’imolese Gianfranco Barnabà, nomina particolarmente apprezzata dalla delegazione sindacale che ha anche ribadito l’impegno a monitorare costantemente la situazione fino al raggiungimento degli obbiettivi.


Pubblicato nel mese
di novembre 2008 sul
periodico di informazione
"la Tua Regione"
a cura del
Gruppo Assembleare
dei Comunisti Italiani.