30 novembre 2018

Il genocidio delle tribù dei Nativi Americani.

La storia del continente americano è lunga e articolata, e conobbe un punto di svolta decisivo nel 1492, anno della sua scoperta (o ri-scoperta, dopo i primi probabili contatti con i Vichinghi) da parte di Cristoforo Colombo. Durante i secoli successivi, in particolar modo il XVII, il XVIII e il XIX, tutta una serie di popoli europei si contesero il dominio della zona conosciuta oggi come Stati Uniti d’America, sterminando quasi completamente le popolazioni indigene locali, sopravvissuti alle malattie che importarono gli Europei. La storiografia mondiale, con una visione prettamente occidentale, ha evitato a lungo parole come genocidio, sterminio e simili, e ancor oggi, in particolar modo nelle scuole statunitensi, non si studiano le popolazioni native come parte della storia del continente. Soltanto durante la metà del XX secolo si iniziarono a percepire le dimensioni di ciò che era accaduto, principalmente grazie a libri come “Seppellite il mio cuore a Wounded Kneeo simili, capaci di sensibilizzare le persone riguardo una storia (per allora) quasi sconosciuta.
Angelo Gentilini, da info www.vanillamagazine.it

28 novembre 2018

"Cosa dirà la gente", un film da vedere.

Questa sera alle ore 20.30, al Cinema Centrale di Imola (Via Emilia, 212, Piazza Matteotti), proiezione del film: "Cosa dirà la gente", di Iram Haq.
                       Ingresso ad offerta libera.
Nisha vive a Oslo, ha sedici anni e una doppia vita: in famiglia è una perfetta figlia di pachistani, mentre fuori casa è una normale ragazza norvegese. Quando però il padre la sorprende in casa di notte in compagnia del suo ragazzo verrà portata in Pakistan, contro la sua volontà. Il film racconta quello che c’è dietro le storie di molte ragazze che Trama di Terre accoglie. Ne discuteremo con le operatrici del progetto di contrasto ai matrimoni forzati di Trama di Terre. 
L’iniziativa fa parte di: “Trame ribelli. Rassegna di incontri per liberarci dal razzismo e dalla violenza maschile sulle donne” , nell’ambito del progetto Sprar 2018. 
A QUESTO LINK  si può guardare il trailer del film e leggere diverse recensioni. 
Altre info: www.facebook.com/events /// proiezione-del-film-cosa-dira-la-gente  
Angelo Gentilini, da info www.tramaditerre.it 

27 novembre 2018

E' tornato Zagrebelski. (Partigiani sempre).

Dopo un anno e mezzo di pressochè totale silenzio, è tornato Zagrebelski, già Presidente della Corte Costituzionale ed emerito costituzionalista. In un articolo dotto e complesso uscito sabato scorso, il professore torna a parlare di Costituzione. Il ragionamento è interessante e inquietante e chiama ad un vero e proprio salto di consapevolezza su quanto accade. 
Dice in sintesi Zagrebelski: le Costituzioni possono essere attaccate non solo provando a cambiarne il testo (modalità Renzi); c'è un modo più subdolo, quello di condizionare l'opinione pubblica, alimentarne le insicurezze, giocare sulle paure per convincere che alcuni diritti sono eccessivi, che le regole si possono forzare, che l'equilibrio dei poteri è un freno al “cambiamento”. Ecco spiegata l'operazione Salvini (con Di Maio silente ruota di scorta) che punta dritta alla Costituzione e alle sue garanzie da indebolire e contrastare: divieto delle discriminazioni, razzismo, diritto di asilo... 
Se così è non ci sono se, non ci sono ma, non ci sono tweet né selfie.
C'è solo la la denuncia, la contro-cultura, la mobilitazione: "Partigiani sempre!"
Angelo Gentilini, da info Passaparola Spi Cgil Emilia Romagna. 

22 novembre 2018

Sappiatelo... "In Sardegna triplica la produzione di BOMBE."

La Rwm, la fabbrica di bombe situata a Domusnovas in Sardegna, triplicherà la sua produzione e amplierà le sue strutture su un territorio che rientra sotto il comune di Iglesias. È prevista la costruzione di due nuovi reparti produttivi; a giorni verrà pubblicata l’autorizzazione sull’albo pretorio comunale. Secondo Italia Nostra Sardegna, la richiesta di autorizzazione all’ampliamento è stata formulata in modo che i due reparti impiegati nel processo di miscelazione, caricamento e finitura di materiali esplodenti non vengano inquadrati come impianti chimici, così da eludere le valutazioni di Impatto ambientale e il coinvolgimento della Regione Sardegna. Con i due nuovi reparti la produzione passerà da 5 mila a 15 mila bombe l’anno. La Rwm è tristemente famosa per le forniture all’Arabia Saudita, che utilizza gli ordigni per bombardare i civili in Yemen nella guerra contro i ribelli sciiti Houthi che ormai va avanti dal 2015. La fabbrica è una filiale dell’azienda tedesca di armamenti Rheinmetall, il cui presidente Papperger già a maggio scorso dichiarava durante il consiglio di amministrazione il rinnovo di investimenti per il sito di Domusnovas. Gli investimenti sono arrivati e l’ampliamento ha ricevuto l’autorizzazione......
Clicca il link per leggere tutto: triplicherà-la-produzione-la-fabbrica-di-bombe-in-sardegna 
Angelo Gentilini, da info www.dirittiglobali.it 

20 novembre 2018

Il furto della terra in Africa che porta all'immigrazione.

L’Unione europea ha appena deciso di triplicare i fondi per la gestione dei migranti: la somma messa a bilancio passerà dagli attuali 13 miliardi di euro (anni 2014-2021) ai futuri 35 miliardi di euro (anni 2021-2027). Prima di compiere l’analisi dei costi preventivati, dove i soldi vanno, per fare cosa, dobbiamo sapere cosa noi prendiamo dall’Africa, e cosa restituiamo all’Africa. Se noi aiutiamo loro oppure se loro, magari, danno una mano a noi. Conviene ripetere e magari ripubblicare. Quindi partire dalle basi, dai luoghi in cui i migranti partono. 
Roberto Rosso, l’uomo che dai jeans ha ricavato un mondo che ora vale milioni di euro, ha domandato: “Come mai spendiamo 34 euro al giorno per ospitare un migrante se con sei dollari al dì potremmo renderlo felice e sazio a casa sua?”. Già, come mai? E perchè non li aiutiamo a casa loro? Casa loro? Andiamoci piano con le parole. Perchè la loro casa è in vendita e sta divenendo la nostra.... 
Clicca il link per leggere tutto: raiawadunia.com/le-vere-ragioni-dellimmigrazione-africana-il-furto-della-terra .
Già nel 2011 nelle assemblee informavo i presenti che l'insieme dei terreni acquisiti dalla sola Cina in Africa era in totale pari alla dimensione della Francia, poi ora è aumentata e la Cina, anche se è il più importante, è solo uno dei tanti compratori come è spiegato bene in questo articolo scritto a giugno 2018 da Antonello Caporale.
Angelo Gentilini, da info raiawadunia.com

18 novembre 2018

Liliana aveva 13 anni quando entrò ad Auschwitz.

“Ad Auschwitz superai la selezione per tre volte. Quando ci chiamavano sapevamo che era per decidere se eravamo ancora utili e potevamo andare avanti, o se eravamo vecchi pezzi irrecuperabili. Da buttare. Era un momento terribile. Bastava un cenno ed eri salvo, un altro ti condannava. Dovevamo metterci in fila, nude, passare davanti a due SS e a un medico nazista. Ci aprivano la bocca, ci esaminavano in ogni angolo del corpo per vedere se potevamo ancora lavorare. Chi era troppo stanca o troppo magra, o ferita, veniva eliminata. Bastavano pochi secondi agli aguzzini per capire se era meglio farci morire o farci vivere. Io vedevo le altre, orrendi scheletri impauriti, e sapevo di essere come loro. Gli ufficiali e i medici erano sempre eleganti, impeccabili e tirati a lucido, in pace con la loro coscienza. Era sufficiente un cenno del capo degli aguzzini, che voleva dire “avanti”, ed eri salva. Io pensavo solo a questo quando ero lì, a quel cenno. Ero felice quando arrivava, perché avevo tredici anni, poi quattordici. Volevo vivere. Ricordo la prima selezione. Dopo avermi analizzata il medico notò una cicatrice. «Forse mi manderà a morte per questa…» pensai e mi venne il panico. Lui mi chiese di dove fossi e io con un filo di voce ma, cercando di restare calma, risposi che ero italiana. Trattenevo il respiro. Dopo aver riso, insieme agli altri, del medico italiano che mi aveva fatto quella orrenda cicatrice, il dottore nazista mi fece cenno di andare avanti. Significava che avevo passato la selezione! Ero viva, viva, viva! Ero così felice di poter tornare nel campo che tutto mi sembrava più facile. Poi vidi Janine. Era una ragazza francese, erano mesi che lavoravamo una accanto all’altra nella fabbrica di munizioni. Janine era addetta alla macchina che tagliava l’acciaio. Qualche giorno prima quella maledetta macchina le aveva tranciato le prime falangi di due dita. Lei andò davanti agli aguzzini, nuda, cercando di nascondere la sua mutilazione. Ma quelli le videro subito le dita ferite e presero il suo numero tatuato sul corpo nudo. Voleva dire che la mandavano a morire. Janine non sarebbe tornata nel campo. Janine non era un’estranea per me, la vedevo tutti i giorni, avevamo scambiato qualche frase, ci sorridevamo per salutarci. Eppure non le dissi niente. Non mi voltai quando la portarono via. Non le dissi addio. Avevo paura di uscire dall’invisibilità nella quale mi nascondevo, feci finta di niente e ricominciai a mettere una gamba dietro l’altra e camminare, pur di vivere. Racconto sempre la storia di Janine. È un rimorso che mi porto dentro. Il rimorso di non aver avuto il coraggio di dirle addio. Di farle sentire, in quel momento che Janine stava andando a morire, che la sua vita era importante per me. Che noi non eravamo come gli aguzzini ma ci sentivamo, ancora e nonostante tutto, capaci di amare. Invece non lo feci. Il rimorso non mi diede pace per tanto, tanto tempo. Sapevo che nel momento in cui non avevo avuto il coraggio di dire addio a Janine, avevano vinto loro, i nostri aguzzini, perché ci avevano privati della nostra umanità e della pietà verso un altro essere umano. Era questa la loro vittoria, era questo il loro obiettivo: annientare la nostra umanità.”
Tratto da "Fino a quando la mia stella brillerà", di Liliana Segre.
Angelo Gentilini, da info www.facebook.com/Resistenza 

17 novembre 2018

Un bellissimo momento!!!

Angelo Gentilini, da Happy Nights La Vie en Rose.