12 febbraio 2020

Bruno Neri, un grande calciatore e partigiano faentino.

Foto del 1931 nella quale Bruno Neri all'inaugurazione dello nuovo stadio di Firenze "Giovanni Berta", costruito ad hoc per il Duce (successivamente noto come Stadio Artemio Franchi), fu l'unico a non rendere omaggio alle autorità con il saluto romano.

Bruno Neri (Faenza12 ottobre 1910 – Marradi10 luglio 1944), dopo gli studi di gioventù all' Istituto Agrario di Imola è stato un calciatore (centrocampista-mediano con 219 partite giocate in serie A e 3 volte convocato in nazionale), poi allenatore di calcio e partigiano italianoVicecomandante del Battaglione Ravenna con nome di battaglia "Berni", era dislocato nella zona compresa tra il campo d'azione del gruppo guidato da Silvio Corbari e la 36ª Brigata Bianconcini, in un'area strategicamente significativa a ridosso della Linea GoticaCadde in uno scontro con i nazisti avvenuto il 10 luglio 1944 a Marradi nei pressi dell'eremo di Gamogna, sull'Appennino tosco-romagnoloL'11 luglio 1946 il consiglio comunale di Faenza gli intitolò lo Stadio Comunale della Piazza delle Armi. Nel 2017 l'Associazione della Casa della Musica di Faenza insieme alla Regione Emilia-Romagna ha deciso di dedicargli un concorso musicale su brani sul tema della Liberazione per giovani artistiche, tenutosi a dicembre nelle città di Brisighella, Casola Valsenio e Faenza.
Approfondisci: wikipedia.org/Bruno_Neri // bruno-neri-storia-di-un-calciatore-morto-e-vissuto-partigiano

"Quando ci si confronta sui comportamenti e scelte individuali legate al periodo fascista e nazi-fascista italiano, io sostengo sempre, a volte anche in modo acerrimo, che in tanti durante questo periodo stavano dalla parte del regime e poi dopo hanno saltato il fosso, o cambiato giacca.
C' è sempre qualcuno che mi vuole convincere che in quel periodo non era facile schierarsi contro il regime e molti stavano da quella parte per interesse e per paura di mettere a rischio la loro vita e quella dei familiari. Io ribatto sempre che noi non dobbiamo ricercare le giustificazioni a copertura di chi stava con il regime fascista, perchè stava dalla parte sbagliata e poi perchè si depotenzia ed umilia chi fece la dura scelta di lottare contro il regime, salendo sui monti a combattere nella lotta partigiana. Tanti uomini e donne che si sono schierati contro e che sono state imprigionati/e nelle carceri, deportati/e nei campi di concentramento e sterminio, che hanno subito umiliazioni, ferite fisiche e morali, senza dimenticare il lungo elenco di morti tra i partigiani, tra i deportati e tra i civili. Ecco che allora la storia di Bruno Neri mi illumima la mente e mi scalda il cuore, perchè lui che stava facendo una grande carriera sportiva aveva tutto l'interesse a non schierarsi contro il regime e semmai ad alzare un braccio per il saluto romano, anche se non ci credeva. Invece no, *Bruno Neri disse NO* al regime fascista, e continuò con stile, serietà e integrità morale il suo percorso calcistico ai massimi livelli fino al 1940, per poi avvicinarsi agli ambienti antifascisti e arruolarsi nelle file della Resistenza Partigiana. Questi sono gli esempi da elevare sempre e da ricordare ad insegnamento a chi è titubante nello schierarsi e preferisce restare indifferente e distante dalle reali conoscenze storiche e umane, fino al rifiuto delle intrinseche e individuali responsabilità sociali, e lontano dalle necessarie lotte collettive per il bene comune."
Angelo Gentilini