27 luglio 2018

Loro venivano armati, ma noi non stavamo zitte.

Viene spontaneo domandarsi se quella propensione delle donne emiliane all'azione politica, al protagonismo nella sfera pubblica che avrà nella partecipazione alla Resistenza uno dei momenti più alti, non abbia radici anche nell' esperienza delle mondariso, protagoniste fin dai suoi esordi di quel movimento bracciantile così originale e dalla storia così lunga e radicata.
Non dobbiamo dimenticare che risaiole sono state le prime donne uccise in una manifestazione per chiedere lavoro a Conselice, nel 1980. La questione è stata posta spesso, proprio a partire dalla massiccia partecipazione delle donne emiliane alla lotta partigiana e alla obiezione convinta alla ormai famosa affermazione fatta da Miriam Mafai, che delle donne all' indomani della Liberazione, ha scritto che sarebbero tornate fra le mura domestiche, A questa affermazione ha replicato con forza, tra le altre, Vittorina Dal Monte, partigiana bolognese e donna impegnata in politica e nel sindacato per tutta la vita, ma molteplici sono i segni di questa persistente presenza sulla scena pubblica, che numerose ricerche condotte negli ultimi quindici anni hanno messo in luce.
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“Le mondine sono state le prime femministe io dico le prime... ribelli nel lavoro e nel... di questo... questo malcostume, questo lavorare per poco, lavorare... che alla fine dell'anno avevi lavorato tanto e poi andavi là e il capo... il fattore oppure... ti diceva: “Ah, ci dispiace che la terra a terziario... anche quest' anno non c'è stato niente da prendere...”. Gli anziani volevano prendere la terra lo stesso, le giovani e i giovani, noi, magari non eravamo molto d'accordo di lavorare per niente... dopo di otto ore, la sera, andavi là a fare il lavoro da terziario, alla fine dell' anno che dovevi fare ripartire la terza parte, o la grandine, o perché c' era il secco... non arrivava niente. E andavamo in piedi il ponte che era chiamato il Ponte dell' Uccellino e poi li chiamavamo questi disgraziati e “ah, non c'è niente quest' anno”, e se un' altr' anno ti proponevano di prendere la terra, se ti rifiutavi, era un rischio, di non lavorare...”.
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17 maggio 1949: Uccisione di Maria Margotti, operaia della fornace di Filo d' Argenta, oltre ad altri 30 feriti, al culmine dei 37 giorni di sciopero generale dei lavoratori della terra...
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Angelo Gentilini, dal libro "Loro venivano armati ma noi non stavamo zitte"