Correva l’anno 1979 ed io, dopo 3 anni che gareggiavo tra i giovani
ciclo-amatori Uisp, decisi di accettare la proposta del “Barone”, direttore
sportivo della Fiori-Coma, formazione faentina di dilettanti. E cosi mi trovai,
in breve tempo, a fare dei grandi sacrifici tra gli allenamenti e i turni di
tornitore alla Cognetex, ma in quegli anni, dalle nostre parti, c’era un grande
ambiente ciclistico e tutto veniva
ampiamente ripagato. Allenamenti sociali a parte ci si ritrovava tra i
corridori della zona, in particolare nelle giornate dove si faceva “il lungo”,
per facilitare il macinare dei km da percorrere. Il top del top era nei periodi
in cui il grande Luciano Pezzi, direttore sportivo della squadra
professionistica Magniflex Famcucine, radunava i corridori a Mordano da
Panazza. Ecco che allora, con il benestare di Pezzi che ci seguiva sempre in
ammiraglia, si pedalava insieme a campioni come G.B.Baronchelli,
Johansoon,Vandi, con cui si stringeva anche un rapporto amichevole. Normalmente
filava tutto liscio, si lavorava sul fondo e se restavi indietro nelle salite
si rientrava facendo la discesa a “busso” . Il buon Pezzi si fermava in fondo
alle discese per non lasciare indietro nessuno e per evitare la fermata alle
fontane ci faceva anche rifornimento. Un bel giorno d’estate era in programma
una allenamento che prevedeva la scalata del Monticino, Zattaglia e Fagiola da Palazzuolo, per
rientrare ad Imola dalla Montanara e rifinire l’allenamento con alcuni giri dei
Tre Monti. Pedalando verso Brisighella incrociammo un promettente juniores
della Solarolese, Davide Cassani, che si accodò al gruppo e salendo su per i
tornanti del Monticino sferrò uno scatto dopo il tornante del castello.
Prontamente Baronchelli, che parlava poco, mandò da me Sgalbazzi per informarsi
su chi era quel giovane. Dissi al fido gregario che era un juniores della zona
che andava bene in salita. Sgalbazzi riferì al capitano, che gli chiese di
mettersi in testa insieme a Paleari a tirare per ricucire il buco. Ricordo che
i due imprecando si misero a menare e in breve tempo si riprese Cassani, a cui
feci notare che non doveva fare quello scatto irriverente. Non ricevetti
risposta e in fondo alla discesa della Caibane, noi girammo a sinistra mentre
il giovane Davide proseguì da solo in direzione Villa Vezzano. L’anno
successivo Cassani passò dilettante alla Lambrusco Giacobazzi e ci volle poco
per vederlo ben figurare in corse importanti, fino a passare professionista
evidenziando una costante crescita atletica e sociale nel mondo del ciclismo
che conta, che indirettamente è stata la miglior risposta a quella
mia utile e al tempo necessaria osservazione. Ho ricordato questa storia
vissuta per salutare il nuovo Direttore tecnico della nazionale italiana di
ciclismo, sono sicuro che farà bene, poi i risultati e le medaglie, a breve,
possono venire o non venire, ma credo che a medio termine saprà far crescere
l’ambiente, caldeggiando e intensificando i rapporti tecnici con le società di
base a partire dalla categoria juniores. Egregio Davide ti tocca fare un altro
scatto e ti auguro “un forte e grande in bocca al lupo".
Angelo Gentilini