10 febbraio 2014

Ciclismo..."Lo scatto del giovane Cassani"

Correva l’anno 1979 ed io, dopo 3 anni che gareggiavo tra i giovani ciclo-amatori Uisp, decisi di accettare la proposta del “Barone”, direttore sportivo della Fiori-Coma, formazione faentina di dilettanti. E cosi mi trovai, in breve tempo, a fare dei grandi sacrifici tra gli allenamenti e i turni di tornitore alla Cognetex, ma in quegli anni, dalle nostre parti, c’era un grande ambiente ciclistico e tutto veniva  ampiamente ripagato. Allenamenti sociali a parte ci si ritrovava tra i corridori della zona, in particolare nelle giornate dove si faceva “il lungo”, per facilitare il macinare dei km da percorrere. Il top del top era nei periodi in cui il grande Luciano Pezzi, direttore sportivo della squadra professionistica Magniflex Famcucine, radunava i corridori a Mordano da Panazza. Ecco che allora, con il benestare di Pezzi che ci seguiva sempre in ammiraglia, si pedalava insieme a campioni come G.B.Baronchelli, Johansoon,Vandi, con cui si stringeva anche un rapporto amichevole. Normalmente filava tutto liscio, si lavorava sul fondo e se restavi indietro nelle salite si rientrava facendo la discesa a “busso” . Il buon Pezzi si fermava in fondo alle discese per non lasciare indietro nessuno e per evitare la fermata alle fontane ci faceva anche rifornimento. Un bel giorno d’estate era in programma una allenamento che prevedeva la scalata del Monticino,  Zattaglia e Fagiola da Palazzuolo, per rientrare ad Imola dalla Montanara e rifinire l’allenamento con alcuni giri dei Tre Monti. Pedalando verso Brisighella incrociammo un promettente juniores della Solarolese, Davide Cassani, che si accodò al gruppo e salendo su per i tornanti del Monticino sferrò uno scatto dopo il tornante del castello. Prontamente Baronchelli, che parlava poco, mandò da me Sgalbazzi per informarsi su chi era quel giovane. Dissi al fido gregario che era un juniores della zona che andava bene in salita. Sgalbazzi riferì al capitano, che gli chiese di mettersi in testa insieme a Paleari a tirare per ricucire il buco. Ricordo che i due imprecando si misero a menare e in breve tempo si riprese Cassani, a cui feci notare che non doveva fare quello scatto irriverente. Non ricevetti risposta e in fondo alla discesa della Caibane, noi girammo a sinistra mentre il giovane Davide proseguì da solo in direzione Villa Vezzano. L’anno successivo Cassani passò dilettante alla Lambrusco Giacobazzi e ci volle poco per vederlo ben figurare in corse importanti, fino a passare professionista evidenziando una costante crescita atletica e sociale nel mondo del ciclismo che conta, che indirettamente è stata la miglior risposta a quella mia utile e al tempo necessaria osservazione. Ho ricordato questa storia vissuta per salutare il nuovo Direttore tecnico della nazionale italiana di ciclismo, sono sicuro che farà bene, poi i risultati e le medaglie, a breve, possono venire o non venire, ma credo che a medio termine saprà far crescere l’ambiente, caldeggiando e intensificando i rapporti tecnici con le società di base a partire dalla categoria juniores. Egregio Davide ti tocca fare un altro scatto e ti auguro “un forte e grande in bocca al lupo".
Angelo Gentilini