Non c'è alcuna
inversione di tendenza sulla crisi in Emilia Romagna: i dati di Gennaio 2014
sul ricorso agli ammortizzatori confermano la drammaticità che colpisce il
mondo del lavoro
Nel mese di Gennaio 2014, in Emilia Romagna,
sono già state utilizzate 5,8 milioni di ore di cassa integrazione alle quale
vanno aggiunte circa 2 milioni di ore di cassa integrazione in deroga, non
ancora autorizzate in quanto dovevano ancora essere emanati i decreti attuativi
della copertura finanziaria da parte del governo. Mentre si riscontra un calo del
ricorso alla cassa integrazione ordinaria, assistiamo ad un incremento notevole
(1 milione di ore) della cassa straordinaria: ciò significa che sempre più si
parla di un ridimensionamento strutturale del sistema produttivo e dei livelli
occupazionali nella nostra regione. La ripresa delle esportazioni, i
cui livelli sono tornati ad essere come quelli del periodo precedente alla
crisi, non ha prodotto alcun effetto positivo sull'occupazione: in realtà la
contrazione della domanda interna e l'assenza di investimenti negli ultimi 7
anni per rinnovare ed innovare prodotti e cicli produttivi ha vanificato il
risultato positivo delle esportazioni A questo si aggiunge una
deindustrializzazione del nostro territorio attuata con diverse delocalizzazioni e con la destrutturazione
dei cicli produttivi, che nei fatti produce un impoverimento professionale e
sulla qualità dei prodotti che rischia di rendere irreversibile questa crisi. Per queste
ragioni oltre al rifinanziamento degli ammortizzatori (insufficiente quello
previsto dalla legge di stabilità), assolutamente necessario per evitare che
decine di migliaia di famiglie della nostra regione restino senza reddito, è
inderogabile un intervento strutturale che rilanci il lavoro e un piano
pubblico-privato di politiche industriali ed economiche di questo paese in
grado di produrre una reale inversione di tendenza che produca effetti positivi
sull'occupazione.
A.G. da info Cgil Emilia Romagna