14 maggio 2009

Mie Considerazioni sul Campionato Amatori CSI Imola


In ogni specialità sportiva si possono creare situazioni burocratiche al limite dei regolamenti tecnici a cui ci si può appellare.
Personalmente, come tecnico di ciclismo, ( solo per la cronaca ricordo che ho conquistato diverse maglie azzurre, partecipazioni a campionati mondiali e altre manifestazioni internazionali, titoli nazionali, regionali, etc… ) ho sempre educato i miei atleti al rispetto delle regole, ma anche a valutare che per un ricorso sportivo esiste un limite tecnico e un limite umano-oggettivo.
Queste due componenti vanno sempre considerate per non sprofondare nella “meschinità”.
Salvo situazioni gravi e immorali è considerato antisportivo voler conquistare a tavolino quello che si perde con evidenza sul campo di gioco.
Nelle vicende subite dal Ponticelli Calcio negli ultimi tre anni di campionato amatori CSI vi è tanto da riflettere.
Bypassando la questione 2007, nella vicenda attuale riscontro solo un errore di procedura burocratica, sostenuta, consigliata, caldeggiata, viziata dal massimo dirigente del CSI imolese.
Tutti sappiamo che il giocatore in questione ha pieno diritto di giocare tra gli amatori.
Perciò l’errore tecnico si deve addebitare a questo fantomatico dirigente CSI che non ha poi avuto la forza morale e culturale per assumersi le proprie responsabilità, rendendo il Ponticelli calcio vittima di una situazione assurda.
Potremo parlare anche del linciaggio mediatico subito sulle pagine del “Corriere”, ma è evidente che il ragazzo che scrive è di parte.
Ricordo solo che nell’ultima partita il tifo si è acceso dopo alcune sviste madornali della terna arbitrale, errori confermati dal commissario di campo presente.
A fine partita la rabbia dei tifosi è stata alimentata da atteggiamenti di derisione da parte della squadra ospite, che tra l’altro trovandosi in 11 contro 9, ha perso 5 a 3, perciò credo che i valori in campo fossero chiari e i lor signori da galantuomini dovevano solo riflettere con una buona dose di umiltà e realtà sportiva.
Annoto anche che tra gli spettatori, erano presenti in maggioranza tante persone extra-paese che tifavano per il Ponticelli calcio.
Chissà perché???
Dovreste avere almeno qualche dubbio!?
Contesto anche chi afferma che in fondo si tratta di un campionato amatori, perché ancora una volta dopo un anno di impegno e sacrifici, di tempo rubato alle proprie situazioni private, è stato negato a tavolino quanto dimostrato sul terreno di gioco.
Dette queste cose, un appunto lo devo fare ai dirigenti del Ponticelli.

Giustamente vi siete fidati del massimo dirigente CSI, e lui vi ha “fregati”.
Potevate adottare un atteggiamento cautelativo non facendo giocare il ragazzo in questione ma, forse non avete voluto umiliarlo e fargli pesare delle colpe che non ha.
Allora mi chiedo…

Possibile che per fare calcio ci sia nel territorio la necessità di continuare ad affiliarsi al CSI???
Possibile che si debba ancora accettare, sui cartelli stradali indicanti il nostro paese, che è la porta della vallata del Santerno, la scritta irrisoria “frazione Zolino”???
Senza che qualche autorità preposta non si indigni per queste bassezze???
Cari amici, provate a mettere la freccia, sorpassate il CSI imolese e portate la passione sportiva dei nostri ragazzi e la bella macchina organizzativa della Polisportiva Ponticelli da un’altra parte, più affidabile, più dignitosa, più responsabile e rispettosa.
Credo che sia il momento per farlo.
Diceva Totò in un famoso film: “SIAMO UOMINI O CAPORALI???”
Con il massimo rispetto per tutti i lettori. Distinti Saluti.
Angelo Gentilini

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