30 marzo 2012

Fiume Santerno da tutelare

Siamo un gruppo di abitanti di Firenzuola in località Coniale. Vorremmo segnalare il progetto di una centrale idroelettrica sul Torrente Santerno in località Coniale nel Comune di Firenzuola presentato da una società privata a nome Contenergi.
Il progetto è visibile sul sito della Provincia di Firenze nella sezione procedimenti in corso.
La scadenza delle osservazioni è il 23 Aprile 2012. Facciamo questo appello perchè il nostro territorio è ormai preso di mira da società che cercano profitto cementificando e aggredendo un ambiente indifeso mentre l'Amministrazione tace e concede assenso. Questa società ha già costruito un impianto pochi chilometri a monte del nuovo sito individuato e lo scempio perpetrato è visibile agli occhi di tutti: il deflusso minimo vitale non è mai rispettato e la scala di risalita per la fauna ittica è perennemente chiusa.Questo significa che un tratto di fiume è morto e c'è già la prossima vittima. Il Santerno è ancora balneabile, è sede di nidificazioni di uccelli stanziali e migratori(aironi bianchi e cinerini,garzette e cormorani).
Vi è una bellissima macchia appenninica di querce, carpini, noccioli e ginepri. Non vogliamo diventare un'area industriale! Il Santerno tra l'altro sta subendo una crisi idrica come tutta l'area dell'Alta Toscana. Questi signori non hanno interesse a produrre energia elettrica, ma solo ad entrare nel mercato dei certificati verdi e degli incentivi così da privatizzare i ricavi e socializzare le perdite.
Sara Casaroli e Catia Bartolini

28 marzo 2012

Altro che caffè

Cara HERA,
In riferimento alla tue cartoline sull'acqua che hai distribuito in piazza a Imola ti informo che nel 2013, ma anche oggi e fino al 2015, nella provincia di Bologna cancellando la remunerazione del capitale il risparmio procapite non è una tazzina di caffè come dici tu , ma sono 26, e questo se nel conto includiamo anche gli ipertesi e i neonati. E se poi quei caffè li moltiplichiamo per il quasi milione di cittadini dell'ATO 5 allora con 26.000.000 di € potremmo comprarci piantagioni di caffè e relative torrefazioni! Questo non lo affermiamo noi che ovviamente siamo di parte, ma il piano economico finanziario 2011 2021 approvato il 22 dicembre 2012 dai nostri Sindaci che democraticamente hanno fatto finta che il referendum del 12/13 giugno che cancellava tale voce non sia mai esistito, e che la Corte Costituzionale e il Presidente della Repubbica quando hanno ripetuto ufficialmente che tale volontà popolare era "immediatamente applicabile" in realtà scherzassero.
Sperando tanto che tu ci faccia vedere i tuoi conti compresi quelli che rispetto alla vecchia convenzione hanno aumentato i tuoi costi operativi nel 2011 e nel 2012 di 8 e 10 milioni di euro senza che i nostri sindaci abbiano avuto niente da ridire, vi inviamo i nostri.
Comitato Acqua Pubblica di Imola

26 marzo 2012

Le bugie hanno le gambe corte

COMUNICATO STAMPA - Bologna, 21 marzo 2012

Gli organi di informazione riportano oggi che il Governo Monti, per far digerire la pillola delle modifiche peggiorative a tutele esistenti per il lavoratori, avrebbe prospettato l’esistenza di due interventi nell’opposta direzione:

1) l’estensione alle imprese sotto i 16 dipendenti dell’istituto della reintegra in ipotesi di licenziamento discriminatorio;
2) la previsione secondo cui i contratti a tempo determinato non potranno essere reiterati per più di 36 mesi, convertendosi, oltre tale limite temporale, in contratti a tempo indeterminato.

Entrambe le affermazioni sono false in quanto tali disposizioni già esistono nel nostro ordinamento.
La prima infatti, è contenuta nell’art. 3 della legge 108/90, che testualmente dispone: “Il licenziamento determinato da ragioni discriminatorie (…) è nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste dall’art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300”.
La seconda è disciplinata dall’art. 5 comma 4 bis del Dlgs. 368/01, il quale recita: “qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto ed un altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato”

A prescindere dalle valutazioni che ciascuno vorrà dare dei nuovi provvedimenti che il Governo Monti si accinge ad adottare, è veramente è sconcertante il livello di disinformazione (se c’è buona fede) o di spregiudicatezza (se c’è mala fede) di chi vuol fare apparire a milioni di cittadini come concessioni alle organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori quelle che sono tutele già acquisite da anni dalla legge.

Prof. Umberto Romagnoli
Prof. Luigi Mariucci
Prof. Piergiovanni Alleva
Prof. Giovanni Orlandini
Prof. Luciano Gallino
Dott. Sergio Mattone

Avv. Alberto Piccinini, Bologna
Avv. Giorgio Sacco, Bologna
Avv. Massimo Vaggi, Bologna
Avv. Antonio Mumolo, Bologna
Avv. Sara Passante, Bologna
Avv. Stefania Mangione, Bologna
Avv. Guido Reni, Bologna
Avv. Rosa Tarantini, Bologna

24 marzo 2012

Ristrutturazione all'ex Cognetex

Imola. Da crisi a ristrutturazione. La causale della cassa integrazione all’ex Cognetex di via Selice è stata trasformata con l’accordo raggiunto il 20 marzo tra i sindacati ed Euroshor al ministero del Lavoro. La proprietà ha infatti preannunciato investimenti (come ampiamente anticipato nel numero di sabato sera del 23 febbraio) e un percorso di riorganizzazione volto a ottimizzare le diverse attività negli stabilimenti di Novara e Imola, che hanno mutato il nome della ragione sociale da Finlane Spa a Sant’Andrea Novara Spa. L’investimento più rilevante a Imola riguarda il nuovo modello di filatoio a marchio Cognetex il cui prodotto di alta qualità, il filo compatto, è sempre più richiesto dagli stilisti. «Proprio per garantire un prodotto di alto livello ed essere competitivi nei tempi di consegna - aggiunge Angelo Gentilini della Fiom-Cgil di Imola - l’azienda ci ha fatto presente che sta riportando in Italia alcune produzione fino ad oggi delocalizzate all’estero. Non sono previsti esuberi, né sarà aperta alcuna procedura di mobilità volontaria. Anzi, il numero dei dipendenti è salito a 73 unità, e gli investimenti previsti lasciano supporre che il livello occupazionale sarò garantito».
da "Sabato Sera" L. M.

23 marzo 2012

Presidio ai cancelli CNH Imola


I lavoratori e lavoratrici CNH di Imola in cassa integrazione sono impegnati oggi in un presidio di sensibilizzazione davanti ai cancelli dell'azienda imolese.
Questa iniziativa e i gazebo in centro ad Imola al sabato mattina sono sostenuti dalla Fiom-Cgil di Imola, che si stà impegnando per tenere alta l'attenzione perchè si traduca concretamente il progetto di riconversione produttiva.
Angelo Gentilini

22 marzo 2012

Presidi Fiom Cgil Imola

Dalle aziende metalmeccaniche del territorio imolese ci pervengono info dai Delegati Rsu Fiom Cgil che si stanno attivando per organizzare dei presidi per dare visibilità alle reali problematiche del mondo del lavoro. I ritrovi sono ad Imola presso il parcheggio Rirò in via Selice, ad Osteria Grande presso il laghetto Mariver in via Emilia,alle ore 15.30 in entrambi i luoghi. I tecnici e tecnocratici non possono decidere a cuor leggero di modificare la vita e il futuro dei lavoratori e lavoratrici italiani manipolando tutele e diritti.
Angelo Gentilini

Lo sciopero della Fiom-Cgil di Imola

In continuità con le ragioni dello sciopero del 9 marzo e delle decisioni assunte dal Comitato centrale della Fiom Cgil e in concomitanza dell'incontro sulla riforma del mercato del lavoro in programma il 22 marzo alle ore 16 a Palazzo Chigi tra Governo e parti sociali la Fiom-Cgil di Imola proclama due ore di sciopero per giovedi 22/3 dalle ore 15 alle ore 17. Ultime 2 ore di ogni turno per i turnisti.
Dobbiamo fermare le proposte avanzate dal Governo sul mercato del lavoro, vogliono solo più libertà di licenziare e non cancellano le tante forme di lavoro precario, ma cancellano varie tipologie di cassa integrazione ignorando una reale universalità nel sostegno al reddito. Inoltre intendono smantellare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori in caso di licenziamento senza giusta causa annullando il previsto reintegro. Poter partecipare è un diritto. Partecipare è un dovere a sostegno del futuro dei lavoratori e lavoratrici italiane.
Angelo Gentilini

21 marzo 2012

L'imbarazzante Napolitano

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica italiana, considera le politiche anticrisi del Governo "misure ineludibili". Afferma: bisogna proseguire su questa strada, non c'è possibilità di uscire dal sentiero virtuoso e responsabile che abbiamo intrapreso, il 2012 sarà un anno difficile e abbiamo un debito pubblico senza precedenti. L'ex comunista migliorista invita il Governo Monti a proseguire con i provvedimenti di austerità ma di pensare anche a politiche per la crescita.
Egregio Presidente non crede sia sbagliato ,in un paese democratico, invitare dei rappresentanti del mondo che hanno provocato il male a ricercare la medicina??? E'chiaro cosa è successo negli ultimi 20/30 anni in Italia più che da altre parti ma le risposte e proposte riformiste possono essere di cultura socialista, socialdemocratica, liberista o addirittura autoritarie. Io credo che la via del socialismo e socialdemocratica sia la vera ineludibilità e credo che anche Lei Sig.Presidente dovrebbe sostenere tale cultura invece di sponsorizzare il liberismo con regole incerte come l'unica strada da percorrere per salvarci dalla crisi.Il Signor Napolitano è dagli anni 50 che siede negli scranni parlamentari come Onorevole del Pci e anche/proprio per questo è "imbarazzante"............
Angelo Gentilini

19 marzo 2012

Diamo il giusto peso alle parole!

Se digitiamo sull’enciclopedia on line Wikipedia la parola riformista leggiamo: “Il riformismo è un metodo d'azione politica che, ripudiando sia la rivoluzione sia la mera conservazione dell'esistente, tende a modificare gradualmente l'ordinamento politico e sociale tramite riforme. Dagli anni Cinquanta del XX secolo, si definiscono riformisti i partiti socialdemocratici o socialisti che ripudiando il marxismo e si propongono di correggere (con vari strumenti come le proposte di legge in parlamento e i referendum) i difetti dell'economia capitalista.
Possiamo dedurre che un sindacato riformista, posizionandosi in modo diverso da un partito politico, con le azioni che gli sono proprie, assemblee, manifestazioni, scioperi , iniziative, informi, denunci e chiami alle diverse forme di lotta i lavoratori in difesa o alla conquista di diritti, salari, condizioni di lavoro dunque di vita.
Il taglio dei quattro punti di contingenza fu senz’altro un arretramento, rispetto alle conquiste del movimento operaio effettuate con enormi sacrifici negli anni precedenti, poiché i salari non sarebbero stati più adeguati al recupero pieno dell’inflazione. Fu una richiesta fatta al mondo del lavoro che doveva
rimanere unica e isolata ma ad essa lentamente, quanto inesorabilmente ne seguirono molte altre, in nome dell’economia nazionale, della tutela dei giovani, del mantenimento di un sistema pensionistico che altrimenti sarebbe fallito, ecc. All’accordo di San Valentino nel 1984, di rinunce chieste ai lavoratori pubblici
e privati ne sono seguite infinite altre ma ugualmente l’azienda Italia non ha tenuto sul mercato globalizzato, i giovani non hanno trovato un posto di lavoro degno di questo nome e la tutela pensionistica ha subito una drastica riduzione e i le nuove generazioni probabilmente non ce l’avranno neppure. Oggi sta accadendo un fatto straordinario, in nome della crisi non solo si chiedono ai lavoratori sempre più pesanti sacrifici, i giovani sono definiti fannulloni attaccati alla gonna di mamma fino a tarda età e l’innalzamento della speranza di vita un problema, il fatto inedito è l’attacco frontale al sindacato. Non ad un sindacato qualsiasi ma alla FIOM e alla CGIL che, come letto su wikipedia, non vogliono fare la rivoluzione ma
difendere le condizioni di chi rappresentano,cioè una parte consistente del mondo del lavoro. La FIAT si è assunta l’impegno di fare da testa d’ariete rispetto alla possibilità di lavoratrici e di lavoratori di organizzarsi da un capo all’altro della penisola in sindacato. Con un ricatto che, se proposto nella Serbia di Milosevic sarebbe già bastato di per sé a mandare gli osservatori dell’ONU, chi non sta con me cioè non firma i miei accordi, è contro di me quindi fuori da casa mia. Ma la FIAT non è la casa privata di Marchionne, è la più grande azienda italiana nella quale si svolgono le vite di 86.000 lavoratori e di altrettante famiglie con
mogli, mariti, figli e genitori anziani, per non parlare di tutto l’indotto. Marchionne non può fare di casa sua mezza Italia! Eppure i delegati FIOM sono dovuti uscire dall’auletta sindacale dopo 50 anni, il padrone feudale Marchionne non pagherà più le deleghe alla FIOM, non darà più permessi per attività sindacale ai
delegati e non riassume nessun tesserato FIOM, per non parlare dell’organizzazione della produzione,degna più di uno zoo che di esseri umani in carne ed ossa su cui siamo pronti a fornire tutte le informazioni in dettaglio e dalla voce viva dei lavoratori che la subiscono. Qualunque sindacato riformista si opporrebbe a tutto questo e, seppure di idee diverse, scenderebbe in campo in difesa dell’organizzazione sindacale attaccata, fosse anche solo per tutelare il diritto dei lavoratori di aderire al sindacato nel quale si riconoscono. Ma i sindacati riformisti nostrani non hanno mosso un dito in tal senso anzi, alimentano una
campagna contro la FIOM anche soffiando su diversità fisiologiche in un grande sindacato confederale come la CGIL, fomentando divisioni e contrapposizioni, come se la FIOM fosse una vuota sigla sindacale e non un luogo di rappresentanza, militanza, di vita, di speranza e di passione per centinaia di migliaia di lavoratori in tutta Italia.
Se leggiamo ancora su wikipedia troviamo un’altra definizione: “organizzazione sindacale che si ritiene di fatto asservita al datore di lavoro, o ad altri soggetti i cui interessi sono contrapposti a quelli dei lavoratori”
e questa è la definizione di “SINDACATO GIALLO”.
Marzia Trugli - Funzionaria FIOM/CGIL Imola

17 marzo 2012

Gazebo per la CNH Imola

Da oggi fino alla fine di aprile tutti i sabati mattina, in centro a Imola, ci sarà un gazebo allestito dalla Fiom-Cgil per sensibilizzare tutta la cittadinanza sul caso Cnh di Imola. Da oltre due anni si attende la riconversione produttiva dello stabilimento imolese, impegno assunto a suo tempo da Governo, Regione, Provincia, Comune e Cnh-Fiat. La crisi ha eroso nel nostro territorio molti posti di lavoro e siamo arrivati a quota 10.000 disoccupati. La riconversione produttiva è necessaria ai lavoratori e lavoratrici Cnh in cassa integrazione ma è anche funzionale al mantenimento occupazionale del territorio imolese. Ricordo per statistica e a riflessione che nel 2011 il totale delle ore usufruite di cassa integrazione è di 2 milioni e 200 mila...e la crisi che è strutturale non è passata.
Angelo Gentilini