06 settembre 2020

Sale la febbre per il mondiale di ciclismo.

Questa mattina ho pedalato sui percorsi imolesi dei Mondiali di ciclismo 2020. Per la crono individuale uomini e donne, con partenza e arrivo all'autodromo, percorreranno la Via Montanara fino a Borgo Tossignano e ritornano sulla Via di Codrignano. In zona Tosa girano a destra facendo lo strappo, falsopiano e discesa per entrare nell'autodromo dalla variante alta. E' un percorso veloce e senza pesanti difficoltà, mentre per il percorso in linea è tutta un'altra storia. Ovviamente non ho pedalato dentro all'autodromo, che verrà percorso dai corridori a rovescio dal tradizionale senso di marcia entrando sempre dalla variante alta e uscendo per salire dalla Rivazza verso Bergullo con tratti di salita ben pedalabile alternati da falsopiani. Dopo la chiesa di Bergullo si gira a sinistra per la salita di Mazzolano che presenta subito un duro strappo, seguito da un'altro tratto più leggero, da un falsopiano e dalla discesa verso Riolo Terme. Già salendo verso Bergullo ho notato un gran traffico di ciclisti proprio nel senso di marcia del prossimo mondiale e questo mi ha fatto molto piacere e mi ha dato forza. Ciclisti e cicliste di tutte le età, con bici super moderne, o bici vintage come la mia, una sagra del ciclismo a cielo aperto e ognuno aveva rispetto della propria e dell'altrui fatica. Superato il tratto più ostico del Mazzolano mi sono fermato per salutare due miei ex corridori, Iader Fabbri e Mattia Baldassarri, anche loro in bici e stavano visionando insieme ad altri amici una buona postazione dove piazzarsi durante le gare in linea. Ho poi proseguito in direzione Isola/Galisterna ricordandomi che nei miei trascorsi agonistici mi sono allenato molte volte sul Mazzolano in entrambi i versanti, mentre la Galisterna, a parte un paio di volte, l'ho sempre percorsa in discesa. Ma oggi prevaleva la febbre del mondiale e perciò grazie al 39 x 28 me la sono fatta tutta, superato e salutato in pieno sforzo dall'ex professionista imolese Fabrizio Amerighi. In effetti la parte più dura di 1,5 km è veramente un muro che non finisce mai e sicuramente emergerà un corridore forte e che ha una gran gamba. Poi in cima si è ripagati da uno straordinario panorama e a seguire ci sono diversi mangia e bevi fino al Monumento di Cà Genasia, dove si gira a sinistra e si scende percorrendo Via Sabbioni, con altri mangia e bevi, verso la zona autodromo. Sintesi finale, io il mio passaggio sul percorso mondiale l'ho fatto e non credo che lo ritornerò a fare, ma sono strafelice di averlo fatto e di aver visto già tanti ciclisti sul percorso, come l' 84enne che ho superato sulla Galisterna e con cui ho commentato sul disguido tecnico dell'ultimo rapporto più agile che non poteva usare perché il cambio non era ben regolato. Il ciclismo, la bicicletta, lo sport, sono palestre di vita utili che ad ogni età e nella giusta misura per tenersi in forma fisicamente e interiormente. E certi grandi eventi, come il Mondiale di Ciclismo, sono eventi popolari perché, in un modo, o in un altro, c'è la partecipazione e il coinvolgimento del popolo del ciclismo.

Angelo Gentilini