09 gennaio 2012

URGE RIFLESSIONE

Negli ultimi 10 anni in 25 paesi emergenti il Pil è cresciuto in media al 5,8%. In Qatar, Cina, Kazakhstan, India, Vietnam e Nigeria si sono registrate delle medie nettamente superiori, a volte anche vicino al 10%, mentre il Giappone è in rosso, l'eurozona all'1%, gli Usa all'1,5%. Sempre negli ultimi 10 anni la distribuzione del Pil mondiale negli Usa è passato dal 24,8 al 15,6%; in Giappone dal 15,8 al 9,1; in Europa dal 24,2 al 18%. La crescita del Pil in Occidente era già in difficoltà negli anni 80 e solo il ricorso all'indebitamento di imprese, famiglie e Stati ha permesso di mantenere alta la domanda, creando anche situazioni fittizie. In Italia più che in altri paesi europei per restare competitivi si sono compressi appositamente gli stipendi dei lavoratori dipendenti e il sistema welfare dei cittadini in generale. Nonostante i sacrifici delle classi medio-basse il debito pubblico italiano è aumentato a dismisura, negli anni 70 era al 60% ( rapporto debito/Pil), nel 1987 al 92,5%, nel 1992 al 118,3% ed ora sopra al 120%. Se si considerano anche i dati dei disoccupati italiani che in totale fanno il 13-14%, con punte giovanili e femminili al 30%, è chiaro che il sistema capitalista-economico occidentale e in particolare italiano è vicino al tracollo o come si dice in default. Per questo serve analisi e ricerca di un modello sostenibile che invece di fare lavorare di più chi il lavoro ce l'ha, riducendo soldi e diritti, pensi ad una realistica distribuzione delle risorse economiche-produttive, anche in funzione della domanda del mercato interno, che in Italia è l'80% del totale, con l'esportazione solo al 20%. Ed ancora sul debito, sulla crisi, sarebbe bene dirla giusta. Non sono stati i lavoratori e lavoratrici dipendenti a mettere in crisi il sistema perchè gli stipendi sono al 26° posto della classifica dei paesi Ocse e gli incriminati fondi pensioni Inps, sempre dei lavoratori dipendenti, sono in attivo. E' chiaro, da anni, che la responsabilità è del rampantismo senza regole e controlli, con la produzione estrema di soldi su soldi e dei giochini speculanti delle borse. Inoltre il debito e i problemi non sono venuti come il vento ma sono arrivati in modo pesante perchè ieri come oggi ci sono uomini chiamati a dirigere il nostro paese che hanno tutelato gli interessi dei pochi e non quelli dei tanti e quelli dell'Italia, anzi ora è bene dire anche dell'Europa. Credo che urga una profonda riflessione, serviva da anni, perchè come ho scritto all'inizio del pezzo... l'economia e la produzione si è spostata e si stà sempre di più spostando.
A. G.