02 agosto 2017

"Il nostro 2 Agosto Nero".

Si fermò il tempo al tuono del due Agosto
e ancora l'orologio segna l'ora:
Bologna, la Stazione, è quello il posto.
Chi andava in ferie, chi alla sua dimora,
chiunque si spostasse in ferrovia
passava da Bologna e passa ancora;
e fosti martoriata, città mia,
da bombaroli idioti e pure infami
che resero quel luogo una follia.
Macerie, calcinacci ed i rottami,
con dilaniati corpi sotto i sassi
che più non rispondevano ai richiami.
Sgomento e distruzione ovunque andassi
e una ferita che non può guarire,
che ancora duole benchè il tempo passi.
La polvere s'alzava in mille spire
con danno ai mutilati e alle maestranze:
chi potrà mai siffatta strage ordire?                                                     
Il due d'Agosto è tempo di vacanze,
famiglie intere ad aspettare il treno
ma, ahimè, quel giorno giunsero ambulanze.
Pareva la Stazione un luogo alieno,
poiché il pensiero umano non registra
un tale fatto, tragico ed osceno.
Ma il mondo ogni violenza somministra,
in ogni dove e dove più non credi,
non guarda se vi sia destra o sinistra.                             
Scrivo codeste righe per gli eredi,
per i feriti ed i sopravvissuti,
per chi ha subito lutti e ancora è in piedi.
Stavolta i nomi sono conosciuti,
sebbene chiusi in ostica galera
qualcuno c'è che ha dubbi e che li ha avuti.
Nessuno saprà mai la storia intera,
ma forse tutto ciò non ha importanza....
che sbocci ancora il fiore a primavera
ma col ricordo vivo, qui, ad oltranza.
Poesia di Claudio Capponi, il poeta operaio.